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Vi sono richieste di gruppi di persone che sollecitano il riconoscimento giuridico di aspirazioni soggettivistiche che non sono “diritti”. “I diritti dell’uomo sono ultimamente fondati in Dio creatore” ha affermato Benedetto XVI. Parlare di “vecchi” e “nuovi” diritti è solo un pretesto per provare ad aprire un compromesso su qualcosa che invece è assolutamente non negoziabile.
“Guardando alle scarne note biografiche di questi fratelli e sorelle uccisi nel 2008, non si può ignorare che tutti abbiano consacrato la loro vita, in situazioni e contesti profondamente diversi, secondo i propri carismi e attitudini e nella limitatezza della natura umana, all’unica missione di annunciare e testimoniare l’amore di Cristo, morto e risorto per la salvezza dell’uomo. Senza eroismi o proclami solenni, non hanno esitato a mettere quotidianamente a rischio la propria vita in tanti contesti di sofferenza, di povertà, di tensione, per non far mancare a quanti li circondavano, il soffio vitale della speranza cristiana, poiché «il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino»(Spe salvi,1)”.
Un vescovo, 16 sacerdoti, 1 religioso e 2 volontari laici, venti persone in tutto. E’ questo il bilancio degli operatori pastorali uccisi nel corso del 2008 nelle varie parti del mondo, secondo il tradizionale rapporto di fine anno diffuso dall’agenzia Fides.
L’ articolo 575 del codice penale punisce chiunque cagiona la morte di un uomo.
L’ articolo 579 sanziona l’omicidio del consenziente.
L’ articolo 580 punisce severamente chi “determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione”.
Eppure Eluana Englaro potrà essere lasciata “legittimamente” morire di fame e di sete.
“Luigi e Zelia hanno capito che potevano diventare santi non malgrado il matrimonio, ma attraverso e con il matrimonio, e che lo stesso matrimonio doveva essere considerato come il punto di partenza di una salita a due. Oggi la Chiesa non ammira soltanto la santità di questi figli della terra di Normandia, un dono per tutti, ma si riflette in questa coppia di beati che contribuiscono a rendere più splendido e bello l’abito nuziale della Chiesa. Non ammira solamente la santità della loro vita, ma riconosce in questa coppia la santità eminente dell’istituzione dell’amore coniugale, come è stato concepito dal Creatore stesso. L’amore coniugale di Luigi e Zelia è un puro riverbero dell’amore di Cristo per la sua Chiesa, ma è anche un puro riverbero dell’amore “risplendente, senza macchia, né ruga, o alcunché di simile, ma santo e immacolato” (Ef 5, 27) del modo con cui la Chiesa ama Cristo, il suo Sposo. Il Padre ‘ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore’ (Ef 1,4)” (dall’Omelia del card. José Saraiva Martins per la Beatificazione).
“Quando ci si accosta senza pregiudizi ideologici alla nobile e venerabile figura di questo Papa, oltre ad essere colpiti dal suo alto profilo umano e spirituale, si rimane conquistati dall’esemplarità della sua vita e dalla straordinaria ricchezza del suo insegnamento. Si apprezza la saggezza umana e la tensione pastorale che lo hanno guidato nel suo lungo ministero e in modo particolare nell’organizzazione degli aiuti al popolo ebraico…” (Benedetto XVI).
imparare da san Paolo, imparare la fede, imparare il Cristo, imparare infine la strada della retta vita (Benedetto XVI).
“Io non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però ma la grazia di Dio che è con me” (1 Cor 15,9-10).
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