Attacco alla Chiesa
Sul portone centrale della cattedrale di San Lorenzo la mano di ignoti, una notte della scorsa settimana, la settimana santa, ha preparato un’invettiva minatoria («Bagnasco vergogna») nei confronti dell’Arcivescovo monsignor Angelo Bagnasco.
Sembrava finita lì, poi ieri mattina (Lunedì dell’Angelo) la scoperta di altri graffiti a Sampierdarena, nel Ponente, nelle vicinanze di due chiese e del centro sociale Zapata (il quale però si è detto estraneo all’accaduto), ancora vernice rossa, falce e martello (dal Messaggero del 10/04/2007); i genovesi allibiti hanno potuto leggere «Bagnasco attento ancora fischia il vento», e un agghiacciante «Bagnasco a morte», con tanto di stella a cinque punte.
Minacce anche per il Papa e il cardinale Camillo Ruini, che ha preceduto monsignor Bagnasco al vertice della Conferenza episcopale italiana. «Messaggi blasfemi e osceni», dice il questore Salvatore Presenti. «L’attenzione resta alta, ma non c’è motivo per parlare di tensione. Dobbiamo identificare gli autori delle scritte».
È stata una Pasqua nel mirino dei professionisti dell’estremismo ideologico e del fanatismo più violento, quella che ha vissuto Genova. Cani sciolti o schegge impazzite che siano, gli autori degli episodi di minaccia, intimidazione, provocazione e intolleranza degli ultimi giorni non hanno saputo mettere in preventivo la reazione della città che si è stretta attorno all’Arcivescovo, partecipando massicciamente alle sacre celebrazioni pasquali (da Avvenire del 10/04/2007).
Inoltre, la solidarietà della politica e delle istituzioni verso il Pastore della diocesi è stata reale, con l’eccezione di alcune forze e rappresentanti dell’estrema sinistra, che si sono segnalate in Consiglio regionale e in quello comunale. «Genova è molta affezionata a questo Arcivescovo, che gode di grande stima», spiega un esponente del laicato impegnato.
«Bagnasco – aggiunge un opinion maker profondo conoscitore della realtà locale, l’economista Lorenzo Caselli – come Vescovo e presidente della Cei ha solo riproposto l’attualità di valori non negoziabili che riguardano la famiglia, la vita, la società. Ci possano essere reazioni dialettiche, e allora ci si confronta, ma scendere sul terreno dell’insulto e della minaccia è un fatto di imbecillità. Non trovo altro termine». (da Avvenire del 10/04/2007).
Il questore nega «un innalzamento del livello di attenzione», ma i controlli – discreti – si avvertono. Quanto a monsignor Bagnasco, «non perde il sorriso», assicura chi lo conosce e lo frequenta. In settimana non sono previsti impegni pubblici. «Siamo sereni, il lavoro continua, tutto è come prima», è quanto trapela dalla sua segreteria. Mentre da Roma arriva un messaggio di solidarietà, a firma di monsignor Giuseppe Betori, a nome dei confratelli Vescovi.
L’attacco alla Chiesa e a Cristo non scandalizza più il popolo cristiano, anzi lo sta mobilitando, perché finalmente si sente colpito al suo cuore, alle sue profonde origini.