La nota della CEI, la manipolazione della figura di Papa Pacelli e la GMG.
È stata pubblicata il 28 marzo scorso una Nota della Cei “a riguardo della famiglia fondata sul matrimonio e di iniziative legislative in materia di unioni di fatto” con la quale i Vescovi italiani, in maniera chiara e amorevole, hanno esortato tutti i cattolici e quelli impegnati in politica a non “svendersi” riguardo ai temi fondamentali della vita dell’uomo che negli ultimi tempi sono messi veramente a repentaglio. In questa Nota si evidenzia anzitutto che le questioni che ultimamente minacciano direttamente innanzitutto l’uomo e precisamente i cittadini italiani sono quelle ovviamente legate ai vari progetti ed iniziative legislative e non, a sostegno delle forme di unioni di fatto e omosessuali, in nome di un’evoluzione e di una modernità che, secondo molti benpensanti al potere politico e culturale, la Chiesa dovrebbe finalmente accettare. E invece no. Con questa esortazione la Chiesa non impone un dictat a nessuno ma ragionevolmente illustra come accettare queste forme innaturali di unioni produce un danno a tutti, una stortura nella crescita umana della persona. Da qui l’esortazione a tutti i cattolici e anche a quelli impegnati politicamente a difendere non un’idea di vita o di uomo o di Chiesa, ma a custodire l’Essere profondo di ogni uomo.
Le reazioni dei sostenitori dei Dico a questa richiesta di obbedienza vanno dallo scandalo alla delusione allo sconcerto. In questo modo i Vescovi lederebbero la libertà di coscienza dei credenti e l’autonomia della politica. La coscienza è libera, libera di aderire o no a una “religione”, ma se lo fa assume liberamente un impegno.(Il Foglio– 30 marzo 2007).
Cinque domande che interpellano la ragione prima ancora della coscienza. La Chiesa parla di Dio e amministra i sacramenti. Perché ha così a cuore la famiglia fondata sul matrimonio, anche solo civile? Rispondono Marina Corradi, Francesco Ognibene e Francesco Riccardi su Avvenire.
Il prossimo anno decorrerà il 50° anno dalla morte di Papa Eugenio Pacelli, ossia Papa Pio XII° e il processo di beatificazione è ormai alla fase decisiva. Documenti recenti stanno abbattendo l’ignominia del giudizio secolare contenuto in vari film e libri anche di storia sul presunto scarno sostegno del Papa ai vari popoli perseguitati dal regime nazista nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Anche recenti rivelazioni, invece, dimostrano come in tutti questi anni ci sono state effettive manipolazioni ed evidenti campagne di disinformazione con lo scopo premeditato di screditare moralmente il Papa facendolo apparire come un silenzioso testimone dell’Olocausto. Niente di più falso!!
(La Repubblica– 29 marzo 2007).
“Che quindicimila ragazzi si ritrovino in san Pietro in un giorno di Quaresima per confessarsi col Papa e con duecento sacerdoti probabilmente non è una notizia per i giornali che in questi giorni assediano con falangi di cronisti la Procura di Potenza per raccontare sempre nuovi malinconici scandali di gente famosa – e raccontarci, in fondo, con cronache pignole e abbondanti, che l’Italia è solo quella lì. Che, come ha detto il Papa, «la basilica di San Pietro non sia grande abbastanza» per accogliere tutti quelli che sono venuti, è cosa che passerà forse inosservata nelle redazioni”.
(Avvenire del 30 marzo 2007)
A noi no! Si tratta della suggestiva liturgia penitenziale in vista della celebrazione, domenica prossima, della XXII Giornata Mondiale della Gioventù, che ha per tema Come io vi ho amato così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Un’Omelia, quella di Papa Benedetto XVI, incentrata ancora insistentemente sull’amore perché il cristiano, l’uomo, non può vivere senza amore. Poi una richiesta di perdono comune e quindi il rito individuale della riconciliazione: il Papa stesso è entrato nel Confessionale e ha confessato sette di quei quindicimila ragazzi presenti per essere il primo testimone di quell’Amore di cui il mondo ha veramente bisogno, il perdono, che consente a ciascuno di ricominciare realmente a camminare.