Quello che abbiamo di più caro…
L’UNUM NECESSARIUM
“Dimenticare ciò che siamo, dimenticare la vera e assoluta emergenza che siamo, dimenticare ciò che sta sempre a tema in qualsiasi momento del nostro cammino e dialogo, è il primo grave peccato che offende la vita e il nostro cammino. Non c’è momento della vita della Chiesa in cui quello che siamo e l’assoluta emergenza del cuore non siano continuamente richiamati come premessa e come coscienza”.
Soffermiamoci per questo a considerare le parole di san Paolo agli Efesini e il saluto che il sacerdote rivolge ai fedeli all’inizio della santa Messa, attraverso l’approfondimento che Nicolino ce ne offre in questo brano tratto dalla sua relazione al nostro XVI Convegno.
VOI SIETE MIEI AMICI…
“Voi siete miei amici – disse Gesù ai Dodici prima della Sua passione – e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,14.16). Rientriamo in questo momento decisivo del dialogo di Cristo con i Suoi, attraverso un brano tratto dalla relazione di Nicolino al nostro XII Convegno.
In ogni “adesso” Lui è
Cristo si è coinvolto con l’intera vicenda umana fin nei minimi termini, fin dentro le minime fessure del nostro umano e ci chiama a riconoscerlo presente e ad amarlo proprio in ogni istante della nostra vita; in ogni istante di ogni condizione concreta, fatta di rapporti, incontri, scelte, mura, persone, gioia e dolore, salute e malattia… dove normalmente si sviluppa la vita di un uomo. “In ogni «adesso» Lui è – diceva Nicolino al nostro XIII Convegno nella relazione da cui è tratto questo brano – e in ogni «adesso» mi chiama ad essere in rapporto con Lui”.
Beato sei tu, Simone!
Ritornare a quei momenti in cui i Primi s’imbattono con Gesù e cominciano a sentire il non poter più fare a meno della Sua faccia, del Suo sguardo, delle Sue parole e si ritrovano l’esigenza di tornare da Lui, l’inevitabilità di stare con Lui, è necessario perché – oltre 2000 anni dopo – è la nostra stessa esperienza. Questo stupendo brano del nostro fondatore, tratto dalla relazione di apertura al nostro XI Convegno, è un aiuto a riporci di fronte all’umanità dei Primi, in particolare di Pietro, totalmente coinvolta con Gesù.