Quando la menzogna ha il volto della menzogna!!!
Giovedì 31 maggio nel programma televisivo “Annozero” condotto da Michele Santoro è stato trasmesso l’ormai noto documentario mandato in onda dalla BBC, nell’ottobre 2006, dal titolo ‘Sex Crimes and the Vatican’ che accusa il fenomeno della pedofilia all’interno della Chiesa Cattolica.
Ciò che abbiamo visto era evidentemente un attacco diretto, se non un vero e proprio processo, alla categoria dei preti tout court colpevoli, e non, di un reato tanto infamante, che dimenticava però di ricordare quanti ne muoiono in giro per il mondo solo perché hanno un tale Amore a Cristo da lasciarsi portare anche nei luoghi più sperduti o pericolosi pur di annunciarlo. Di loro si saprà il nome invece solo se li ammazzano (di Marina Corradi – Avvenire del 02.06.2007).
Ad essere, poi, intellettualmente autentici non si possono non evidenziare tutte le menzogne sottese al documentario, frutto non solo di ignoranza ma proprio di distorsione della realtà. Lo stesso Mons. Fisichella, rettore della Pontificia università Lateranense, presente al dibattito, le ha fatte emergere con forza ed intelligenza, affermando che il fatto che la Chiesa cattolica imponga il segreto a chi è stato abusato sessualmente da un sacerdote “è un grande fraintendimento, una tempesta in un bicchiere d’acqua di fraintendimenti”; ha continuato dicendo testualmente che “il famoso documento del 1962 a cui fa riferimento il documentario ‘Sex Crimes and the Vatican’ è un’istruzione per il modo di procedere nelle cause, in un processo. Tutto il segreto di cui si sta parlando è il segreto processuale, che a quanto mi risulta è lo stesso silenzio di quando opera un magistrato”. Ed inoltre: “Nulla vieta a chi subisce la violenza di andare da un magistrato, anzi è obbligato in coscienza ad andarci”. In riferimento al ‘Crimen sollicitationis’ del 1962 – ormai abrogato – monsignor Fisichella ha sottolineato che il documento prevede che “la persona vittima di abusi deve denunciare presso l’autorità costituita la persona che lo ha fatto. (…) Lo deve fare al vescovo. Se non lo vuole fare al vescovo, lo deve fare attraverso le vie che ritiene opportune all’istanza superiore. Se non lo vuole fare attraverso la via della Chiesa, lo fa ad un magistrato”. Viene scomunicato se lo dice al magistrato? “Assolutamente no”, ha risposto Fisichella.
Insomma una cosa è portare alla luce problemi scottanti tramite denunce di tipo giornalistico. Un’altra storia è se tali indagini diventano non veritiere, così da essere strumentalizzate per distruggere invece che per costruire.
Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa Vaticana, giudica il filmato inglese “Sex crimes and the Vatican” non solo «parziale», ma «gravemente ingiusto» nei confronti di Benedetto XVI
(di Gianni Santamaria – Avvenire del 02.06.07)
Non è un’inchiesta né un reportage, è il racconto di un giornalista e politico irlandese che da piccolo fu violentato, e che risente della durezza ma anche dell’unilateralità della sua storia. Racconta alcune vicende personali dolorose, denuncia errori di valutazione e omissioni di alcuni vescovi, ma se ne serve per un obiettivo subdolo: gettare discredito sulla Chiesa cattolica intera. Basta pensare al montaggio, con le immagini di Ratzinger e di cardinali insistentemente associate alle tristi vicende di abuso (di Umberto Folena – Avvenire del 02.06.07)
La Chiesa non ha paura della verità, come si vuole far credere; se questi reati sono stati commessi la Chiesa sarà la prima a far emergere le personali responsabilità, ma occorre che la questione venga posta con serietà ed obiettività, senza i soliti maledetti pregiudizi, come d’altronde dovrebbe avvenire nel nostro sistema giudiziario. Come mai l’opinione pubblica si ribella fortemente quando viene considerato colpevole qualcuno prima di una definitiva condanna, mentre ciò non dovrebbe valere per la Chiesa Cattolica? E’ necessario che la situazione venga correttamente ridimensionata.
E soprattutto è necessario non lasciarsi confondere da chi “con arte” getta fango sul Papa e la Chiesa.
La confusione è solo frutto del pregiudizio e dell’ignoranza. Sta alla coscienza di ciascuno la lealtà di una posizione del cuore di chi vuole capire senza giudizi preconfezionati e spesso ideologici la realtà, la storia e quindi la verità: Zenit.org del 27.05.07 “Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi” (Gv 8,32).