“L’Inchiesta” di Giulio Base
Lunedì 2 e martedì 3 aprile, Rai 1 ha mandato in onda il film dal titolo “L’Inchiesta”, per la regia di Giulio Base. La trama, che si ispira al famoso film del 1986 diretto da Damiano Damiani, racconta dell’indagine sulla Resurrezione di Gesù, portata avanti da un funzionario dell’Imperatore Tiberio, Tauro, inviato in Palestina alla ricerca del corpo del Salvatore. È la storia di un uomo che, grazie all’amore nato dall’incontro con Tabita, si lascia convertire da un Avvenimento “capace di cambiare i cuori della gente”.
Il nuovo soggetto è stato scritto da Valerio Massimo Manfredi, archeologo e autore di tantissimi best-seller diffusi in tutto il mondo, mentre la sceneggiatura porta la firma di Andrea Porporati.
Giulio Base è riuscito a dare ai personaggi una grande umanità evidente nei volti degli stessi attori. Subito ci siamo chiesti il perché il regista abbia voluto cimentarsi in questa opera e lui risponde a questa domanda dalle pagine di La Stampa, nell’edizione del 29 marzo.
Sebbene la trama sia stata romanzata, lo sceneggiatore ha preso le mosse da fonti storiche, come emerge da una sua intervista pubblicata su Avvenire il 16 marzo.
Dal film si tratteggia, inoltre, la figura di Tiberio che, come dimostrato da accurate ricerche storiche, avrebbe voluto riconoscere il Cristianesimo (pensate che siamo nell’anno 35 dopo Cristo, cioè dopo soli 2 anni dalla Sua Crocifissione) come “religio licita”. In questo modo si sarebbe anticipato di 300 anni l’Editto di Costantino ( Effedieffe del 24 settembre 2006).
Il film è andato ad alimentare il già corposo dibattito sulla figura di Gesù. Lo fa in maniera commovente ma realistica, riaffermando l’umano che Gesù ha portato e continua a portare nella vita di chi Lo ha incontrato e Lo incontra ancora oggi nel volto della Sua Amicizia.