Un sostegno per la scienza
Le scoperte in atto nel mondo scientifico rendono particolarmente necessario un concetto corretto e preciso di creazione. Elaborazione al computer di uno degli esperimenti che hanno portato all’individuazione del Bosone di Higgs al Cern di GinevraAl riguardo, possiamo subito affermare che nessun ritrovato della scienza potrà compromettere o annebbiare la verità di Dio creatore; e che nessuna esperienza scientifica, per quanto sottile, potrà mai imbattersi nella realtà di Dio, assolutamente inattingibile e trascendente rispetto a qualsiasi campo sperimentale. La creazione è certamente una verità di fede. Nel Simbolo il cristiano dichiara di credere «in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili». E il Catechismo della Chiesa Cattolica (Compendio) commenta: «Mentre le creature hanno ricevuto da Dio tutto ciò che sono e che hanno, Dio solo è in se stesso la pienezza dell’essere e di ogni perfezione. Egli è “Colui che è”, senza origine e senza fine. Egli solo è da sempre Colui che trascende il mondo e la storia. È lui che ha fatto il cielo e la terra», e la sua «onnipotenza (…) si manifesta nel creare il mondo dal nulla».
Ma la creazione è anche una verità raggiungibile dalla filosofia attraverso l’indagine della ragione? Tommaso d’Aquino è persuaso che lo sia.
Il fatto della creazione, come principio e spiegazione ultima dell’esserci del mondo, non interferisce minimamente sull’autonomia della scienza;Osvaldo Bignami, “San Tommaso d’Aquino” (1909, Milano, chiesa di Santa Maria del Carmine) al contrario, è proprio la creazione che, donando l’essere, rende disponibile e aperto il campo dell’esserci, dove essa “inventa” e opera, come causa seconda o derivata, secondo le sue leggi e con gli esiti che le sono possibili.
Possiamo aggiungere che la medesima scienza — proprio perché applicata al piano sperimentale — non può adeguare il senso del mondo e le particolarità da essa percepite o ipotizzate alla visione o al realismo del disegno divino, che trascende quanto sia reperibile e dimostrabile in base all’esperienza.
D’altronde, le stesse sperimentazioni, che sono diritto della scienza, devono riconoscersi un limite, quando esse venissero ad attentare al valore e alla dignità singolare dell’uomo, verso il quale è volta la Provvidenza divina. Se mai qui sorge la domanda se la pura scienza, con i suoi strumenti, sia in grado di cogliere in tutto il suo contenuto e in tutte le sue esigenze il valore e la dignità dell’uomo stesso. Riterrei di no. Ma la questione esula dal nostro tema, che è quello della creazione, la quale, anche filosoficamente bene intesa, non è di intralcio, ma di sostegno per la scienza.
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