Pena di morte. Luci e ombre nel rapporto di ”Nessuno tocchi Caino”
E’ il controverso presidente del Rwanda, Paul Kagame, il vincitore del premio “L’abolizionista dell’anno 2007”, conferitogli dall’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’ che ha presentato il suo rapporto sullo stato della pena di morte nel mondo. Il capo di Stato africano è stato premiato dal presidente del Consiglio Romano Prodi – entrambi hanno scritto prefazioni al rapporto – che ha definito “straordinario” l’impegno dell’Africa contro la pena capitale.
Citando il Sudafrica, il Mozambico, l’Angola, il Senegal, la Liberia, la Repubblica democratica del Congo e il Rwanda “che nella loro storia recente hanno conosciuto le più gravi violazioni al diritto umanitario internazionale” e che “si sono uniti alla nostra campagna globale”, Prodi ha sottolineato che “l’Italia e l’Europa non sono sole” nella grande battaglia di civiltà che stanno portando avanti all’Onu per arrivare ad una moratoria universale della pena capitale. Il premio a Kagame è motivato dalla recente decisione del parlamento di Kigali di abolire la pena di morte per tutti i crimini, inclusi quelli di genocidio.
L’abolizione della pena capitale in Rwanda era una delle condizioni richieste dal Tribunale penale internazionale per il Rwanda (Tpir) per poter trasferire davanti alla giustizia ruandese gli imputati accusati del genocidio del 1994. Grazie all’annullamento della pena di morte, il Paese potrà, inoltre, ottenere l’estradizione di presunti responsabili del genocidio che si trovano in giro per il mondo (dal Nord america all’Europa) da quei paesi che finora si erano sempre rifiutati a causa della presenza del boia.
Secondo le ultime stime, sono circa 600 i detenuti nei bracci della morte delle carceri ruandesi per il loro coinvolgimento nel genocidio. Dall’inizio dei processi contro presunti responsabili del genocidio, il Rwanda ha applicato solo una volta la sentenza capitale nel 1998, quando vennero eseguite 22 condanne.
Per quanto riguarda la situazione della “Pena di morte nel mondo”, il rapporto 2007 di ‘Nessuno tocchi caino’ spiega che nell’ultimo anno sono state eseguite almeno 5.628 condanne a morte in 27 Paesi diversi. A poche settimane dalla presentazione di una risoluzione sulla moratoria universale della pena di morte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite da parte dell’Unione europea e su ispirazione dell’Italia, il rapporto evidenzia come nonostante proteste e iniziative umanitarie, nel 2006 siono aumentati gli Stati che hanno fatto ricorso alla pena di morte – 27 contro i 24 del 2005 – e il numero delle esecuzioni: 5628 contro le 5494 dell’anno prima. Tra i paesi in cima alla classifica delle condanne a morte eseguite figurano Cina, Iran, Pakistan e Stati Uniti.
Rassegna Stampa
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