Oltre ventimila morti e centinaia di migliaia i senza tetto dopo il passaggio del ciclone “Nargis”
Naypyidaw, 6. Il ministro degli Esteri del Myanmar, Nyan Win, ha dichiarato che potrebbe trattarsi della peggiore catastrofe del genere registrata in Asia dal 1991, quando in Bangladesh morirono centoquarantatremila persone.
A tre giorni dal ciclone “Nargis” che si è abbattuto sulle zone sudoccidentali del Myanmar, è ancora impossibile una stima precisa delle vittime. Nyan ha detto che diecimila persone sono morte nella sola città di Bogalay, dove il novantacinque per cento delle abitazioni è stato raso al suolo.
Secondo fonti dei servizi di soccorso approntati dall’Onu, già adesso i senzatetto sono centinaia di migliaia, ma potrebbero ben presto raggiungere il milione. Si tratta senza ombra di dubbio di cifre che delineano un quadro spaventoso della situazione, tanto grave da aver indotto la giunta militare – che da quasi mezzo secolo governa il Myanmar con il pugno di ferro, mantenendolo isolato dal resto del mondo – ad accettare gli aiuti internazionali, a condizione, però, che siano sotto la supervisione dell’Onu.
Al nostro giornale, il responsabile delle Comunicazioni della Caritas internationalis, Patrick Nicholson, ha detto che l’organismo umanitario si è subito messo in contatto con la Chiesa locale per avere un preciso riferimento, così da coordinare al meglio gli aiuti sul terreno. Nello stesso tempo – ha sottolineato – la risposta data dal Governo sembra essere positiva; non vi sarebbero restrizioni o condizionamenti all’organizzazione degli aiuti. Caritas internationalis ha già fatto provviste di acqua potabile e di cibo, di kit medici e di tende da distribuire alle stremate popolazioni.
La giunta militare ha annunciato un rinvio del referendum sulla nuova Costituzione in alcune zone del Paese devastate dal ciclone “Nargis”. Lo ha riferito oggi la televisione statale, precisando che la consultazione, in programma sabato prossimo, è stata posticipata al 24 maggio nel delta dell’Irrawaddy e nel circondario di Yangoon (la città più grande ed ex capitale), le due zone più colpite. Altrove, però, il referendum costituzionale si terrà comunque il 10 maggio, poiché, stando all’emittente, “le altre aree disastrate sono tornate alla normalità”.
Si fa di ora in ora più grave il bilancio del passaggio del ciclone “Nargis” sul Myanmar. Nonostante la frammentarietà delle notizie provenienti dal Paese asiatico, le ultime informazioni parlano di oltre ventimila morti e trentamila dispersi. Centinaia di migliaia i senza tetto. Benedetto XVI ha espresso la propria solidarietà alla popolazione colpita con un telegramma, a firma del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, inviato al presidente della Conferenza episcopale del Myanmar, arcivescovo Paul Zinghtung Grawng. Eccone il testo.
Deeply saddened by news of the tragic aftermath of the recent cyclone, the Holy Father expresses his heartfelt sympathy. With prayers for the victims and their families, he invokes God’s peace upon the dead and divine strength and comfort upon the homeless and all who are suffering. Confident that the international community will respond with generous and effective relief to the needs of your countrymen, His Holiness asks you to convey his solidarity and concern to the civil authorities and to all the beloved people of Myanmar.
Cardinal Tarcisio Bertone,
Secretary of State
Pubblichiamo di seguito la traduzione italiana del telegramma del Papa.
Profondamente rattristato dalla notizia delle conseguenze del recente ciclone, il Santo Padre esprime la sua sincera partecipazione. Pregando per le vittime e per le loro famiglie, invoca la pace di Dio sui morti e forza e conforto divini sui senza tetto e su quanti stanno soffrendo. Confidando che la comunità internazionale soddisfi con aiuti generosi ed efficaci i bisogni dei suoi concittadini, Sua Santità le chiede di trasmettere la propria solidarietà e la propria sollecitudine alle autorità civili e a tutto l’amato popolo del Myanmar.
Cardinale Tarcisio Bertone,
Segretario di Stato
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