Mosul: gruppo armato uccide 16enne cristiano sulla porta di casa
Un 16enne cristiano è stato ucciso sulla porta di casa a Mosul, nel quartiere di Tahir. Il ragazzo, Rami Katchik, appartiene alla comunità armena.
La polizia afferma che il 13 novembre, verso le 17.30, “uomini armati non identificati hanno aperto il fuoco da una macchina nera che sopraggiungeva in velocità”. Fonti locali raccontano che il ragazzo stava lavando la porta di casa in compagnia del padre quando è stato raggiunto dai colpi.
Girgis Paulos, vicino di casa della famiglia Katchik, spiega che al momento dell’agguato “il padre era appena entrato in casa per prendere un badile. Quando ha sentito i colpi di arma da fuoco è corso fuori e ha visto tre uomini nella macchina”.
Per gli agenti non è ancora chiaro se dietro l’assassinio ci siano motivi religiosi, ma p. Hazem Girgis, un sacerdote locale, considera l’omicidio come “uno dei tanti crimini compiuti per sradicare i cristiani dalla zona e costringerli ad andarsene”.
Da tempo i membri della comunità cristiana di Mosul sono vittime di attentati che dal 2008 ad oggi hanno causato 40 morti. In migliaia hanno abbandonato la città nel nord dell’Iraq nell’ultimo anno. Un rapporto pubblicato il 10 novembre da Human Rights Watch afferma che i cristiani, e le minoranze che popolano le regioni del nord dell’Iraq, sono vittime di un conflitto tra arabi e curdi per il controllo della provincia.
Dalla caduta di Saddam ad oggi i cristiani di Mosul sono stati decimati. Durante la dittatura la parrocchia più grande della città aveva un numero di fedeli maggiore di quanti ve ne siano oggi nell’intera diocesi.
Ieri è stato annunciato il nuovo arcivescovo della città ad oltre una anno dall’omicidio di mons. Rahho. La notizia ha riportato speranza nella comunità locale, ma l’omicidio del giovane Rami Katchik piomba sui festeggiamenti risvegliando la paura.
Rassegna Stampa
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