Malala, la ragazza coraggio anti-taleban lascia l’ospedale
La coraggiosa e forte Malala, la quindicenne che ha rischiato la vita per un’idea, oggi si è rimessa in piedi e sulle sue gambe ha lasciato l’ospedale di Birmingham per ricongiungersi con la sua famiglia. Malala Yousafzai è stata dimessa dal Queen Elizabeth Hospital di Birmingham dove era stata ricoverata, giunta dal Pakistan, dopo aver subito un attacco dei talebani di cui era diventata bersaglio per le sue attività a favore del diritto all’istruzione per le ragazze nel suo Paese.
I medici hanno stabilito che le sue condizioni sono buone abbastanza da permetterle di rientrare a casa. Una casa “nuova”, nel Regno Unito dove la sua famiglia potrà rimanere per i prossimi cinque anni almeno, dopo che il padre è stato assunto presso il consolato del Pakistan a Birmingham in qualità di consigliere per l’Istruzione. Il Paese, ma tutto il mondo in realtà, l’ha accolta come simbolo, commovente e allo stesso tempo di grande ispirazione, di determinazione e coraggio.
Le cure non sono tuttavia concluse: Malala dovrà tornare in ospedale tra la fine del mese e l’inizio di febbraio, per sottoporsi ad una nuova operazione per la ricostruzione del cranio. Ma la rapidità con cui ha risposto da subito ai trattamenti medici sono incoraggianti per una completa guarigione. La ragazzina era stata ricoverata nell’ospedale inglese il 15 ottobre scorso, sei giorni dopo aver subito quel vile attacco: era di ritorno a casa, nella provincia di Swat nel nord-ovest del Pakistan, quando uomini armati le si sono avvicinati a bordo di un veicolo e le hanno sparato, colpendola alla testa e al torace. Una punizione.
Malala era stata subito operata in Pakistan, ma per gli interventi specialistici necessari a salvarle la vita era stato necessario trasferirla nell’ospedale di Birmingham. In pochi giorni, prima ha cominciato a muoversi, poi a parlare, adesso è anche tornata a camminare. Le farà bene, dicono i medici, tornare alla compagnia della sua famiglia. Il padre Ziauddin, la madre Toorpekai e i due fratelli più piccoli, Khushal e Atul. Insieme possono guardare al futuro, così come il futuro, le giovani generazioni guardano a Malala come fonte di ispirazione. Però la quindicenne non molla e ha già fatto sapere che nel suo Paese vorrà tornare, in quella valle di Swat dilaniata dalle contraddizioni per le quali ha rischiato la vita.
Rassegna Stampa
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