Madre Teresa, il mondo ringrazia
« La matita di Dio», così si definiva, ha lasciato il segno in tutto il mondo. Perché in occasione del centenario della sua nascita, che cade oggi, Madre Teresa di Calcutta verrà ricordata non solo nella sua patria d’adozione, l’India, dove è sepolta. Moltissimi Paesi europei e delle Americhe, in Asia anche Singapore e Libano, le rendono omaggio con la preghiera e l’adorazione eucaristica, celebrazioni liturgiche e cerimonie civili, eventi culturali come simposi, mostre e spettacoli. Dio ci ha creato per cose più grandi: amare ed essere amati è il tema delle iniziative, trasversali all’appartenenza religiosa o etnica, che proseguiranno fino a settembre (il 5 sarà il tredicesimo anniversario della sua morte) e a ottobre: il 7 la congregazione da lei fondata, le Missionarie della carità, compirà sessant’anni. «La sua vita e la sua opera continua a essere fonte di ispirazione per grandi e piccoli, ricchi e poveri di tutti i ceti sociali, religioni e nazioni», ha rilevato suor Mary Prema, dal marzo del 2009 alla guida dell’istituto, nel messaggio inviato per la ricorrenza.
Il popolo del quarto voto. A festeggiare la «Madre», lo avrebbe certamente gradito, ci sono – assieme a coloro che hanno abbracciato il suo carisma e ai volontari – anziani soli, disabili fisici e mentali, malati terminali e di Aids, ragazze madri, bambini orfani o abbandonati, immigrati, lebbrosi, indigenti… «I più poveri tra i poveri» che aveva promesso di servire con un quarto voto, in cui riconosceva il volto di Cristo sulla croce che chiede anzitutto di essere amato. Un’eredità consegnata ai cinque rami, due femminili e tre maschili, da lei istituiti: accanto alle suore di vita attiva, infatti, ci sono le Missionarie e i Missionari della carità dediti alla contemplativa, i padri (sacerdoti) e i fratelli (consacrati ma non ordinati) attivi. Che scelgono l’essenzialità in modo radicale: niente cellulare né computer, lavatrice e televisione, automobile e comodità. Con gioia da vendere.
Nella «sua» India. Dal 1929 l’India, e Calcutta in particolare, era diventata la sua terra di elezione, tanto da essere associata al suo nome: oggi nella Casa madre delle Missionarie della carità, dove la beata riposa, presiederà una solenne celebrazione eucaristica il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi. A New Delhi si tiene un simposio su iniziativa della Conferenza episcopale indiana e con il concorso dell’Unesco; sabato 28 si terrà la commemorazione pubblica alla presenza del presidente indiano Pratibha Devisingh Patil, che ha voluto proclamare il 26 agosto «Giornata nazionale degli orfani» per ricordare l’attenzione di Madre Teresa verso di loro. Sempre oggi verrà inaugurato il Mother Teresa International Film Festival: 51 spettacoli e 15 film in arrivo da sette Paesi.
Così in Italia. A Roma il cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, presiede alle 19 la Messa nella Basilica di San Lorenzo in Damaso, dopo l’inaugurazione della mostra fotografica al Palazzo della Cancelleria. Altre celebrazioni sono in programma nel pomeriggio a Genova (con il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo della diocesi e presidente della Cei), Milano, Firenze, Bologna e a Vittoria, in provincia di Ragusa. Una ventina le comunità delle Missionarie della carità presenti nel nostro Paese, mentre nel mondo le sisters sono circa cinquemila.
Rassegna Stampa
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