L’uomo è sempre uomo, anche se “embrione” o in “coma”
“L’uomo è sempre uomo con tutta la sua dignità, anche se in stato di coma, anche se allo stadio di embrione, ma se egli vive solo biologicamente, non sono realizzate e sviluppate tutte le potenzialità del suo essere”. Lo ha detto il Papa, che nell’omelia della Messa celebrata ieri nella Chiesa di San Lorenzo “in Piscibus” si è soffermato sulla differenza tra la vita come “bìos” (biocosmo) e come “zoé” (“nuovo livello della vita, in cui l’essere si apre alla conoscenza”) . Secondo benedetto XVI, “tutta la scienza è un’unica grande lotta per la vita; lo è soprattutto la medicina. In fin dei conti, la medicina è ricerca di contrapporsi alla morte, è ricerca dell’immortalità”. “Ma possiamo trovare la medicina che ci assicuri l’immortalità?”, si è chiesto il Pontefice, secondo il quale anche se la medicina arrivasse “a trovare la ricetta contro la morte, la ricetta dell’immortalità, si tratterebbe pur sempre di una medicina che si collocherebbe entro la biosfera”. “È facile immaginare quel che succederebbe se la vita biologica dell’uomo fosse senza fine, fosse immortale”, la provocazione del Papa: “ci ritroveremmo in un mondo invecchiato, un mondo pieno di vecchi, un mondo che non lascerebbe più spazio ai giovani, al rinnovarsi della vita. Non può essere quel tipo di immortalità a cui aspiriamo”.
Da una parte, ha proseguito il Papa, “capiamo di non poter sperare in un prolungamento infinito della vita biologica e tuttavia, dall’altra, desideriamo bere alla fonte stessa della vita per godere di una vita senza fine”. “Bere alla fonte della vita – ha spiegato il Santo Padre – è entrare in comunione con questo amore infinito che è la fonte della vita. Incontrando Cristo, entriamo in contatto, anzi in comunione, con la vita stessa e abbiamo già attraversato la soglia della morte, perché siamo in contatto, al di là della vita biologica, con la vita vera”. Eucaristia, dunque, “farmaco dell’immortalità”, come la chiamavano i padri della Chiesa: “Nell’Eucaristia – le parole del Papa – entriamo in contatto, anzi in comunione, con il corpo risorto di Cristo, entriamo nello spazio della vita già risorta, della vita eterna. Entriamo in comunione con questo corpo che è animato dalla vita immortale e siamo così già da ora e per sempre nello spazio della vita stessa. Questa è la vera vita”. Nella prospettiva del Vangelo, quindi, “vita in abbondanza non è consumare tutto, avere tutto, poter fare tutto ciò che si vuole. In quel caso vivremmo per le cose morte, vivremmo per la morte. Vita in abbondanza è essere in comunione con la vera vita, con l’amore infinito. È così che entriamo realmente nell’abbondanza della vita e diveniamo portatori della vita anche per gli altri”.
Rassegna Stampa
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