Il mondo non sarà salvato dai giacobini giustizialisti
In questo periodo mi viene in mente la frase di La Pira rivolta a Dossetti che considerava il comunismo definitivamente vincente (siamo negli anni 50 all’indomani del lancio dello Sputnik): “Il comunismo ha già perso e sai perché? Perché è ateo!”. Oggi sento salire l’angoscia di un Paese strozzato dalle tasse e da uno stato che lascia fallire le imprese creditrici perché non le paga. Alla radio sentivo stamattina che molte imprese non hanno più i soldi per pagare i contributi ai dipendenti (le banche non prestano) e non potranno ritirare i crediti che lo stato gli deve, non avendo il certificato dei contributi versati. Sento che altri tre imprenditori si sono suicidati. Non è roba da poco. Nel frattempo i mezzi di comunicazione aizzano la gente contro i partiti, gli amministratori disonesti, quelli che non pagano le tasse e non fanno gli scontrini. Sembra che Robespierre, appoggiato alla ghigliottina, stia aspettando le teste da mozzare della nostra fragile democrazia. Attenzione allo spirito giustizialista e giacobino. Non è col terrore che si risolvono i problemi. Per tirare fuori il Paese da questa situazione occorre ritornare alla fede. Devo pregare, essere umile, confessarmi, lavorare e vivere la solidarietà. Nel nostro Paese ci sono tante persone che praticano il volontariato. Chi ha fede e carità salverà il mondo. Se voglio far risorgere l’Italia devo riflettere su questa verità impopolare e controcorrente: devo riattivare il mio rapporto con Dio, essere amico di Gesù.
Rassegna Stampa
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