Il ministro Sacconi indagato per il reato di “violenza privata”
La violenza privata si configurerebbe attraverso la minaccia “ingiusta”, “implicita ma quanto mai chiara” verso la Casa di Cura Città di Udine “aggravata dal fatto di essere stata commessa da un pubblico ufficiale contro incaricati di un servizio di pubblica necessità”.
Ma che mondo è questo?
Che uomini siamo diventati se un Ministro viene indagato per aver fatto il suo lavoro, per aver ricordato che gli ospedali sono un luogo di cura, dove chi viene ricoverato deve potersi sentire al sicuro e non un luogo dove si eseguono sentenze di morte.
Morte per sospensione dell’alimentazione, morte decretata da un giudice per una donna che ha la sola colpa di non essere morta subito, di vivere e di porci di fronte ogni giorno alla domanda – chi sono io, di chi sono io? –
Che uomini siamo diventati se vediamo nella morte una liberazione e se nemmeno la disponibilità di chi chiede solamente di poter curare, accudire ed amare Eluana ha potuto fermare la mano di un giudice?
Possibile che nessuno veda la violenza che viene fatta ad Eluana, non lasciando che viva, ma facendone una bandiera di morte?
Possibile che la vita sia nelle mani di un giudice che decide sul “diritto di morte”?
Nessuno tocchi Caino, ma qualcuno abbia com-passione di Abele.
Rassegna Stampa
Gallagher: Ho incontrato un popolo ferito e coraggioso, serve dialogo per la pace
Intervista con l’arcivescovo segretario per i Rapporti con gli Stati a conclusione della sua missione in Ucraina
Kiev, anche sotto le bombe di Putin la «fabbrica dei bambini» fa affari
«Questa guerra non ha fermato Biotexcom»