Il frutto della guerra
Nagasaki, 1945. Un ragazzo con in spalla il fratellino morto nel bombardamento atomico, attende il suo turno per far cremare il corpicino senza vita. L’obiettivo del fotografo statunitense Joseph Roger O’Donnell fissò, nel vivido realismo del bianco e nero, quel momento insieme drammatico e composto. Un’immagine che, a distanza di oltre settant’anni, scuote ancora le coscienze. E che ha colpito molto Papa Francesco, il quale ha voluto farla riprodurre su un cartoncino, accompagnandola con un commento eloquente: «…il frutto della guerra», seguito dalla sua firma autografa. La breve didascalia in spagnolo stampata in calce suggerisce una chiave di lettura essenziale della foto, sottolineando in particolare la dignitosa sofferenza del bambino che ha perso il fratello: sofferenza che si percepisce appena dall’espressione delle labbra, che egli si morde fino a farle sanguinare..
Rassegna Stampa
Gallagher: Ho incontrato un popolo ferito e coraggioso, serve dialogo per la pace
Intervista con l’arcivescovo segretario per i Rapporti con gli Stati a conclusione della sua missione in Ucraina
Kiev, anche sotto le bombe di Putin la «fabbrica dei bambini» fa affari
«Questa guerra non ha fermato Biotexcom»