Covid. Un anno fa la storica preghiera del Papa per il mondo colpito dalla pandemia
Il 27 marzo 2020 Francesco ha presieduto un indimenticabile momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro con la piazza vuota, ma seguito dai cattolici di tutto il mondo
La sofferenza va abbracciata, chiede ascolto, toglie le parole, ci mette di fronte alle nostre fragilità. Come uno specchio rivela quello che abbiamo dentro, è una scuola di essenzialità, un grido di aiuto, un invito alla compassione. Sentimenti che nella sera del 27 marzo 2020 il Papa ha condensato in un gesto, rivoluzionario nella sua semplicità, come baciare i piedi del Crocifisso. Un segno di umiltà assoluta e insieme una testimonianza di speranza. Perché se la fede è un cammino, bisogna aprire le strade a chi conosce la direzione. Se il dolore ti lascia al buio la soluzione si trova in chi porta la luce. Se la croce indica fallimento e morte, il suo senso più vero è quello di proiettarsi dal nero e viola del Venerdì Santo al sole della domenica di Pasqua. «Nell’immagine di Gesù crocifisso – ha detto più di una volta il Pontefice – si svela il mistero della morte del Figlio di Dio come supremo atto di amore, fonte di vita e di salvezza per l’umanità». E allora quel bacio vuol dire “ci credo”, “so che ci salverai”, “riconosciamo in te la risposta al nostro vagare di mendicanti in cerca di senso”. Sul sagrato di San Pietro, quell’atto di fede assoluta è stato affidato al Crocifisso “miracoloso” di San Marcello. Un legno “speciale”, scampato all’incendio del 1519 e poi, tre anni più tardi, portato in processione per invocare la fine della peste. Il Papa l’aveva visitato qualche giorno prima nella chiesa che lo custodisce, fermandosi ai suoi piedi in silenzio. Poi nella sera romana battuta dalla pioggia e dal vento l’ha voluto accanto, anzi l’ha messo al centro. A indicare chi per amore ha preso su di sé tutto il dolore del mondo, a consegnargli ogni paura umana perché la trasformi in preghiera e servizio agli altri. Ad affidargli il cammino delle nostre vite. Con un piccolo gesto. Con un bacio.
“Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori”, sappiamo “che Tu hai cura di noi”, ha detto prima dell’adorazione del Santissimo Sacramento e della Benedizione Urbi et Orbi, alla quale è stata annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria
Rassegna Stampa
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