Coronavirus, Papa a piedi per le strade di Roma
Con la sua preghiera – riferisce il portavoce vaticano Matteo Bruni -, il Santo Padre ha invocato la fine della pandemia che colpisce l’Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovino consolazione e conforto. La sua intenzione si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società”. Il pontefice è rientrato in Vaticano verso le 17.30.
Un Papa che non si blinda, dunque, anche se le migliaia di pellegrini che da sempre affollano il Triduo pasquale in Vaticano quest’anno non ci saranno. Le modalità delle celebrazioni in Vaticano sono ancora “da valutare” ma una cosa è certa: nessuno potrà chiedere i biglietti per partecipare alle messe di quei giorni. Se ci sarà qualcuno, nel rispetto delle distanze di sicurezza, saranno solo alcuni sacerdoti, suore o addetti vaticani, un pò come avviene in questi giorni per la messa a Santa Marta. Resta confermato che ogni momento della Settimana Santa del Papa sarà trasmesso in tv, radio e web.
Una Pasqua dunque che si preannuncia diversa per tutti e anche per il Papa della ‘Chiesa in uscita’ che pure oggi, al termine dell’Angelus dalla Biblioteca, non aveva resistito al saluto e alla benedizione della finestra del Palazzo apostolico. Un ‘abbraccio’ ad una piazza San Pietro completamente vuota. Nel corso della preghiera mariana il Papa ha voluto dare, anche se da lontano, una ‘carezza’ ai tanti sacerdoti in prima linea, come in Lombardia, la regione più colpita in Italia dall’emergenza coronavirus. “Grazie tante per tutto lo sforzo che ognuno di voi fa per aiutare questo momento tanto duro” ha detto rivolto a chi è accanto ai malati e alle persone fragili.
Il pensiero in particolare al vescovo di Milano, mons. Mario Delpini, “arcivescovo vicino al suo popolo”. Il pontefice ha parlato anche della “creatività dei sacerdoti: tante notizie mi arrivano dalla Lombardia su questa creatività. E’ vero, la Lombardia è stata molto colpita” ma ci sono “sacerdoti che pensano mille modi di essere vicini al popolo perché il popolo non si senta abbandonato. Sacerdoti con lo zelo apostolico che hanno capito bene che in tempi di pandemia non si deve fare il don Abbondio”.
Rassegna Stampa
Gallagher: Ho incontrato un popolo ferito e coraggioso, serve dialogo per la pace
Intervista con l’arcivescovo segretario per i Rapporti con gli Stati a conclusione della sua missione in Ucraina
Kiev, anche sotto le bombe di Putin la «fabbrica dei bambini» fa affari
«Questa guerra non ha fermato Biotexcom»