Cellule staminali e fondi europei
Settimana per la vita al Parlamento Europeo: si tratta di un’iniziativa organizzata dal Partito Popolare, Ppe, in parallelo con la settimana di riflessione promossa dalla Comece, Commissione degli Episcopati Europei. Oggi pomeriggio (28 marzo) all’Europarlamento c’è stato il dibattito centrale sulle cellule staminali. Da Bruxelles Fausta Speranza:
“Seriuos ethical issues…”
Le implicazioni etiche sono molto serie, lo sottolinea il direttore dell’Istituto di ricerca sulle terapie cellulari in Francia, prof. Colin McGuckin, e la sala piena conferma che c’è consapevolezza tra gli europarlamentari. McGuckin Illustra le prospettive della cosiddetta medicina rigenerativa e poi spiega: “Le cellule embrionali non risolvono i problemi, bisogna investire in cellule staminali adulte”. McGuckin è chiaro: le cellule staminali adulte possono già ora curare più casi.
“Many scientists and ethicists…”
L’europarlamentare Maria Patrão Neves ricorda che molti scienziati lo sostengono da tempo e raccomanda dunque alla politica di ascoltarli ora che si parla di fondi. Infatti, il punto è che a Bruxelles si sta votando il programma sulla ricerca scientifica chiamato “Horizon” per il periodo 2014-2020. La linea di Bruxelles finora è stata chiara: no all’uso di embrioni. Ma l’europarlamentare Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, avverte:
“Nel 2006 è stato approvato il Settimo programma quadro nel quale effettivamente si dice che non si danno fondi per uccidere embrioni e ricavarne cellule staminali ma si danno fondi per fare sperimentazioni sulle cellule staminali ricavate da embrioni che evidentemente qualcuno deve aver ucciso. Quindi è un’ipocrisia. Noi chiediamo con forza che nessun euro dell’Unione Europea sia usato per la morte ma tutti devono essere usati per la vita e che quindi non siano erogati fondi per qualsiasi procedimento che utilizzi cellule staminali embrionali.”
Va ricordato il pronunciamento l’anno scorso della Corte di giustizia europea sul “caso Brüstle”:
“Si tratta della sentenza del 18 ottobre dell’anno scorso, molto importante. Ora, dinanzi alla Corte si è posto il problema se si debba conservare anche la primitiva cellula di un embrione e la Corte non solo ha detto di sì ma ha anche detto che tutto questo avviene come conseguenza del riconoscimento della dignità umana di ogni essere umano fin dal concepimento. Adesso è in corso una manovra per limitare gli effetti di questa importantissima sentenza al solo diritto brevettuale. Noi dobbiamo, anche da giuristi, lottare per far vedere il significato generale di questa importantissima sentenza”.
Resta da dire che in base al Trattato di Lisbona ora i cittadini hanno la possibilità di interpellare direttamente le istituzioni europee su alcune questioni. E presto partirà l’iniziativa dei cittadini in tema di tutela della vita. Nei prossimi mesi si raccoglieranno le firme in tutti i Paesi europei per promuovere ricerca a favore della vita che significa anche migliore qualità della vita ma senza fare nulla contro la vita di embrioni.
Rassegna Stampa
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