Assisi, pronta la “Davos del Papa”
ROMA. Le richieste hanno superato la soglia delle tremila, tanto che la piccola Assisi, la cittadina umbra che in cui si è svolta la vicenda umana di San Francesco, sarà suddivisa in 12 “villaggi” organizzati in macro aree tematiche. Si prospetta un evento di grosse proporzioni “The Economy of Francesco”, l’appuntamento internazionale voluto dal Papa con imprenditori ed economisti under 35 di tutto il mondo. Tanto che qualcuno l’ha già ribattezzata «la Davos del Papa», come la cittadina svizzera che ospita ogni inverno il summit del Forum economico mondiale con esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale.
Dall’annuncio, il 12 maggio 2019, sono arrivate 3300 richieste da 115 Paesi dei cinque continenti. Gli accreditati all’appuntamento con il Pontefice sono finora duemila: al 41% donne e 56% uomini. Si tratta di ricercatori, studenti, dottorandi di ricerca, imprenditori e dirigenti d’azienda, innovatori sociali, promotori di attività e organizzazioni locali ed internazionali, spiega padre Enzo Fortunato, direttore responsabile della comunicazione. I partecipanti più giovani hanno addirittura 12 anni e arrivano dalla Slovacchia e dalla Thailandia; le nazioni più rappresentate sono Italia, Brasile, Usa, Argentina, Spagna, Portogallo, Francia, Messico, Germania, Gran Bretagna.
Tutti i giovani in questione si occupano di ambiente, povertà, diseguaglianze, nuove tecnologie, finanza inclusiva, sviluppo sostenibile. E proprio in base alle diverse aree di interesse e di azione, si è pensato di dividere la città serafica in “villaggi” dedicati ad uno dei grandi temi e interrogativi dell’economia di oggi e di domani. Quindi lavoro e cura; management e dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; «policies for happiness»; Co2 della disuguaglianza; business e pace; «economia è donna»; imprese in transizione; vita e stili di vita.
L’orizzonte entro il quale leggere l’intero evento, come spiega il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, è la figura di San Francesco, il “Poverello” dal quale il Papa argentino ha voluto ereditare il nome e lo spirito. «Lo svolgimento dell’evento ha una relazione con san Francesco, con la sua esperienza di vita e con le sue scelte, che hanno valore anche nell’economia. Fu lui a scegliere tra una economia dell’egoismo e un’economia del dono. La sua spogliazione davanti agli occhi del padre e del vescovo di Assisi è una icona ispirante per l’evento di marzo ed è il motivo per cui il Papa lo ha voluto ad Assisi».
«Francesco d’Assisi era un giovane commerciante, un party planner e un sognatore… come tanti altri oggi», sottolinea padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento. «Dalla sua esperienza spirituale scaturì un movimento che contribuì in modo decisivo alla nascita del mercato moderno. Umanità, civiltà e benessere crebbero velocemente dopo di lui. Why not? Sembra questa la provocazione di Papa Francesco rivolta ai giovani. La sfida è enorme, perché non si vincerà grazie a competenza, genialità o per imitazione di qualcuno – fosse anche san Francesco -. La sfida è grande quanto la fiducia riposta nei giovani. L’ascolto dei desideri più profondi del cuore e la capacità di decidersi per le cose che contano (paradossalmente, non i soldi) apriranno la via ad una nuova economia. Noi ci crediamo».
Se con Giovanni Paolo II Assisi era divenuta, 33 anni fa, capitale della pace e del dialogo tra le religioni, con Francesco la cittadina umbra – meta ogni mese di migliaia di pellegrini – si appresta quindi a diventare il centro mondiale dell’economia. Anzi, della “buona economia”, quella inclusiva e con un’anima in contrasto di quella «economia che uccide» denunciata da Papa Bergoglio sin dalle prime battute del suo pontificato.
Una economia che è possibile ricostruire dalle generazioni del futuro. «Ad Assisi i protagonisti saranno i giovani, che diranno la loro idea sul mondo, perché lo stanno già cambiando, sul fronte dell’ecologia, dell’economia, dello sviluppo, della povertà», spiega il direttore scientifico dell’evento, il noto economista Luigino Bruni, che insieme al vescovo Sorrentino, durante un colloquio in Vaticano, ha dato lo spunto al Papa per realizzare l’iniziativa.
“Economy of Francesco”, aggiunge Bruni, «sarà un contenitore di idee e prassi dove i giovani si incontreranno a “ritmo lento” e avranno la possibilità di pensare e domandarsi, sulle orme di san Francesco, cosa significa costruire un’economia nuova a misura d’uomo e per l’uomo».
A conclusione della tre giorni – accompagnata in questi mesi da circa ottanta eventi preparatori – sarà firmato un patto tra i ragazzi e il Papa. L’obiettivo, già acclarato, è «dare un’anima all’economia di domani che si basi sulla fraternità e sull’equità». Lo afferma la sindaca di Assisi, Stefania Proietti, che seguirà da vicino i lavori: «“The Economy of Francesco” deve parlare a tutti, e tutti si devono sentire coinvolti e partecipi di un evento eccezionale e storico. Perché il ruolo di Assisi, riconosciuto anche dal Papa con quest’incontro, è quello di “città-messaggio” capofila di un cambiamento che finalmente passi dalle parole all’azione».
Quanto al programma, l’evento inizierà in grande stile, giovedì 26 marzo, con l’intervento di due Premi Nobel, Amartya Sen e Muhammad Yunus. Alcuni relatori sono già noti, tutti nomi illustri come: Kate Raworth, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva, Stefano Zamagni, Bruno Frey, Anna Meloto, Carlo Petrini. A questi si sono aggiunti l’economista Juan Camilo Cardenas, le filosofe Jennifer Nedelsky, Cécile Renouard, e Consuelo Corradi.
Hanno assicurato la loro presenza anche esperti di sviluppo sostenibile, intelligenza artificiale e imprenditori di fama internazionale tra cui John Frank, di Microsoft e l’imprenditore Brunello Cucinelli, nato in terra umbra. Poi parteciperanno numerosi banchieri, frati, sociologi, manager, innovatori. I ragazzi avranno la possibilità di avere colloqui personali di approfondimento con loro e potranno accedere anche ad un’area permanente incubatore di idee-progetti-networking. Chiunque volesse, inoltre, potrà effettuare visite personali ai luoghi francescani aperti fino a sera tardi e mattina presto.
Va segnalato infine, alla vigilia della tre giorni, il 24 e 25 marzo, un pre-evento con 500 giovani in rappresentanza delle diverse regioni geografiche, culture ed ambiti di ricerca e impresa, che lavoreranno in preparazione all’evento principale. Tra questi c’è Valentina, 28 anni, ricercatrice a Oxford che si occupa di economia comportamentale ed economia dello sviluppo. La ragazza si dice entusiasta dell’invito di Papa Francesco: «L’ho sentito come una chiamata, un invito a “metterci la faccia”. Credo che sia un momento storico in cui dobbiamo essere presenti. Francesco chiama i giovani, cerca il loro entusiasmo, passione, pensiero. Voglio ascoltare le esperienze degli altri, imparare da loro e avere il tempo di fermarmi e riflettere sul futuro della nostra “casa comune” mettendo le mie capacità di economista al servizio della comunità. Vorrei partecipare ad un evento in cui le domande, più che le risposte, sono la chiave».
Dello stesso parere Steve dal Camerun, 27 anni, dirigente di una piccola impresa: «Partecipare a “The Economy of Francesco” significa assumersi l’impegno per costruire un’altra economia», dice. «Sarò ad Assisi per vivere un’esperienza e poterla poi condividere con gli altri giovani del mio Paese, il Camerun e l’Africa tutta».
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