«Aborto, una menzogna che distrugge la società»
LA DIFESA DELLA VITA
«Aborto, una menzogna che distrugge la società»
Nella festa dei Santi innocenti l’arcivescovo di Bologna ha celebrato una Messa in memoria di don Oreste Benzi e ha ricordato il suo impegno per la vita nascente: «Era la voce di un profeta»
DA BOLOGNA STEFANO ANDRINI
«Quando si consente che la persona già concepita e non ancora nata sia uccisa, si favorisce di fatto l’idea che ci siano persone estranee ad altre persone fino al punto da poter essere soppresse». Lo ha affermato il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna in occasione della Messa a San Luca con i membri dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in ricordo di don Oreste Benzi, a quasi due mesi dalla sua scomparsa.
«Siamo come costretti a pensare in questo momento – ha proseguito l’arcivescovo – a quella deresponsabilizzazione dell’uomo verso l’uomo quale oggi si rivela nella mancanza di solidarietà verso i più deboli: anziani, ammalati, immigrati, donne rese schiave per la prostituzione, bambini già concepiti e non ancora nati». E, ha aggiunto «quando sono le leggi civili che – sicuramente contro l’intenzione del legislatore educano di fatto a questa deresponsabilizzazione? Non è così colle leggi che legittimano l’aborto? La menzogna circa l’umano raggiunge il suo apice quando, come è il caso dell’aborto, l’estraneità è fra la madre e il figlio. Nessuno potrà negare che la logica delle legislazioni permissive dell’aborto è la logica del ‘non prendersi cura’ dell’altro. Non stupisce dunque più di tanto che la logica deresponsabilizzante prema perché il tutto si compia semplicemente assumendo una pillola!». Dietro alla minaccia della vita dell’uomo, ha ricordato Caffarra, «c’è il potere di Satana; la ‘cultura della morte’ è la sua cultura. Alla radice del comportamento di Erode come di ogni violenza contro il prossimo c’è un’obiettiva connivenza colla logica del maligno che ‘è stato omicida fin dall’inizio’».
In che forma, in che modo questa logica omicida si fa strada nel cuore dell’uomo? «Pensiamo – ha detto il cardinale alla risposta che Caino, dopo aver ucciso il fratello, dà al Signore che gliene chiede conto: ‘Sono forse il guardiano di mio fratello?’. Caino dice la più grande menzogna che si possa dire circa il sociale umano: nega che ciascuno sia responsabile di ciascuno». Richiamando la figura di don Benzi, Caffarra ha sottolineato che egli ha reso una testimonianza straordinaria alla verità circa i rapporti fra le persone: testimone della verità dell’amore, del ‘prendersi cura’ di ogni persona piccola, debole, emarginata. Il cardinale ha poi ricordato la straordinaria attualità di un antico canto natalizio polacco che dice: ‘Dio nasce, il potere trema’. «Anche noi, oggi, possiamo e dobbiamo dire: ‘Dio nasce, il potere trema’. Perché quel bambino è la potenza dell’amore, che è la più forte di tutte. Perché a causa di quella nascita l’uomo, ogni uomo, ha acquisito una dignità che lo rende più grande di tutto l’universo intero. Perché attorno a quella culla si è formato lungo i secoli e continua a formarsi un esercito di testimoni della verità dell’uomo che, come don Oreste, scuotono le coscienze». Il cardinale ha infine invitato alla vigilanza. «Quando si insidiano i fondamenti della società umana – e lo si fa quando si promulgano leggi che educano alla reciproca estraneità – il popolo rischia di andare in esilio, di rinunciare cioè alla sua umanità». «Il Signore – ha concluso Caffarra – non ci faccia mai mancare le voci dei profeti, che come don Oreste, ci avvertono del pericolo».
Caffarra: «Ci sono leggi civili che educano alla deresponsabilità dell’uomo verso l’uomo. La logica delle legislazioni permissive è la logica del ‘non prendersi cura’ dell’altro»
Rassegna Stampa
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