«Subito i criteri per chiarire cosa sono gli stati vegetativi»
Una legge sul fine vita deve avere al centro l’alleanza terapeutica, non prevedere vincoli per i medici, né trattare cibo e acqua come terapie. Ma ancor di più vanno stabiliti in fretta criteri per fissare con chiarezza cosa siano gli stati vegetativi e informare su cosa la scienza dice in proposito. Anche la magistratura. Infine, rilanciare linee guida per un percorso di riabilitazione efficace. Il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella commenta così l’accordo bipartisan per una legge in materia entro il 2008, anticipando alcune mosse della sua attività al ministero.
Gianni Santamaria:- Lei è stata una delle prime a rilanciare in questa legislatura la necessità di una normativa. Quali paletti vanno messi per evitare eutanasia e accanimento terapeutico?
Eugenia Roccella:- Sul ‘no’ a entrambi penso che, tranne rari casi, tutti siamo d’accordo. Il problema è partire da alcune cose gravi contenute nella sentenza sul caso Eluana. Come cercare di ricostruire ex post la volontà di una persona su base indiziaria, senza certificazione. Nessuno dei disegni di legge, neppure quello dei radicali, partiva da questo. Poi c’è stata un’interpretazione dell’articolo 32 della Costituzione sulla libertà di cura, che ha rovesciato i termini: senza consenso informato non viene ritenuto possibile alcun intervento sul corpo, nemmeno alimentazione e idratazione. Non è così. Infine, prima di tutto viene lo speciale rapporto di alleanza medico-paziente. La vita è il bene primario che il medico deve salvaguardare. Non contro il paziente, ma neppure abbandonandolo.
G.S.:Quale deve essere allora il valore delle dichiarazioni anticipate?
Roccella:- Il compito del medico non può mai esaurirsi in un atto burocratico. Quindi, non possono essere vincolanti. Lo afferma il Comitato nazionale di bioetica, ma vanno in questo senso anche d.d.l. proposti da laici, come quello dell’attuale presidente della Commissione Sanità Antonio Tomassini.
G.S.:- Che è del Pdl. Dove, come nel Pd, c’è chi propende per l’assolutizzazione della volontà del paziente.
Roccella:- Credo che nel Pdl ci sia amplissima possibilità di convergenza. Su questi temi – legati alla tecnoscienza e ai suoi effetti su alcune evidenze fondamentali dell’umanità – la contrapposizione laici-cattolici è inadeguata, vecchia e ideologica.
E l’aver votato senza grandi problemi il conflitto di attribuzione è significativo.
C’è stato un giudizio unanime contro l’idea che possa essere un giudice a decidere della vita e della morte. Sulla base, poi, di una cosa detta a 16 anni…
G.S.:- C’è, però, un clima culturale che preme.
Roccella:- Molti opinionisti, come Sartori sul Corriere di oggi (del 2 agosto 2008, ndr), accusano la Chiesa di essere contro la scienza. Ma l’intervento non è informato proprio dal punto di vista scientifico. Eluana non è attaccata a nessuna macchina. Il problema, dunque, riguarda i criteri per la morte clinica. E la situazione che Sartori descrive non è il caso di Eluana.
G.S.:- Oltre a politica e giornali, anche la società civile si muove. Scienza & Vita, oltre alla cautela, invoca interventi a favore dei malati. Questo è compito del governo. Cosa intende fare?
Roccella:- Col Ministro Sirchia, e presidente della commisione Sanità Domenico Di Virgilio, venne iniziato un percorso sugli stati vegetativi, basato su accoglienza, appropriatezza delle cure, riabilitazione. Ma non è stato completato. Voglio riprenderlo e portare avanti linee guida in materia, da sottoporre alla Conferenza Stato- Regioni. Poi riaggiornare velocemente la parte sulla definizione di diagnosi, accertamento e classificazione degli stati vegetativi e degli stati minimi di coscienza, per chiarire molto bene cosa è certo scientificamente e cosa no. E fare un documento da mandare anche alla procura, che, a ragione, ha impugnato il decreto proprio su queste basi.
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