Una ricchezza, un’originalità ed una difficoltà
“Ho seguito con profonda preoccupazione, nei giorni scorsi, la situazione in Libano, dove, allo stallo dell’iniziativa politica, hanno fatto seguito, dapprima, la violenza verbale e poi gli scontri armati, con numerosi morti e feriti. Anche se, nelle ultime ore, la tensione si è allentata, ritengo oggi doveroso esortare i libanesi ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva, che porterebbe il loro caro Paese verso l’irreparabile”.
Queste le parole pronunciate dopo la preghiera del Regina Caeli dal Santo Padre Benedetto XVI ieri 11 maggio, solennità della Pentecoste, con cui ha fatto emergere tutta la sua apprensione e il suo struggimento per quanto sta accadendo in Libano che è sull’orlo della guerra civile.
In totale, secondo bilanci ancora ufficiosi, tra le 40 e le 50 persone sarebbero morte negli scontri tra gruppi armati di differente posizione politica iniziati mercoledì scorso.
In realtà da un paio di anni il partito sciita Hezbollah sta sfidando il governo centrale. Chiede di essere più rappresentato nel governo che da parte sua vuole invece il disarmo delle milizie e che smetta di agire come uno stato dentro lo stato. In questa lotta il governo è appoggiato dall’occidente, Hezbollah dall’Iran e dalla Siria.
Di fronte ai tentativi del Primo Ministro filo-occidentale Fouad Siniora di limitare il potere del partito sciita Hezbollah, quest’ultimo ha compiuto una prova di forza contro il Governo occupando nei giorni scorsi Beirut ovest. In questo contesto si sono verificati gravi scontri che hanno provocato morti e feriti. La situazione era sembrata apparentemente meno critica nel momento in cui Hezbollah ha abbandonato Beirut ovest riconsegnandola all’esercito, ma alcune agenzie di stampa hanno diffuso la notizia che altri combattimenti sarebbero iniziati ieri sera, e proseguiti durante tutta la notte, tra uomini armati legati ad Hezbollah e altri fedeli all’esponente druso Walid Jumblatt nella zona del Monte Libano e nelle aree di Choufayet, AItat e Kayfoun, a sud est della capitale Beirut (Sale bilancio vittime dopo nuovi scontri – Misna). Anche qui la situazione sarebbe rientrata dopo l’intervento dell’esercito ma anche stamattina “violenti scontri a fuoco sono ripresi tra sostenitori del governo e seguaci di Hezbollah a Tripoli, nel nord del Libano” (Nuovi scontri a Tripoli, calma tesa a Beirut-Misna) a conferma di un clima altamente instabile e pericoloso che non sappiamo quali esiti drammatici potrebbe avere nelle prossime ore.
In questa situazione di profonda crisi “il dialogo, la mutua comprensione e la ricerca del ragionevole compromesso sono l’unica via che può restituire al Libano le sue istituzioni e alla popolazione la sicurezza necessaria per una vita quotidiana dignitosa e ricca di speranza nel domani”, ha affermato in maniera accorata ieri Benedetto XVI.
E citando l’Esortazione post-sinodale Una speranza nuova per il Libano Benedetto XVI ha ricordato con le parole del suo amato predecessore che le diverse comunità che compongono il Paese sono “una ricchezza, un’originalità ed una difficoltà. Ma far vivere il Libano è un compito comune di tutti i suoi abitanti”. Ed ha esortato : “Che il Libano, per l’intercessione di Nostra Signora del Libano, sappia rispondere con coraggio alla sua vocazione di essere, per il Medio Oriente e per il mondo intero, segno della reale possibilità di pacifica e costruttiva convivenza tra gli uomini”.
E per intercessione di Maria “Vergine in preghiera a Pentecoste” il Santo Padre, nel giorno di Pentecoste, ha supplicato “all’Onnipotente” – e ci ha chiesto di farlo insieme a Lui – un’abbondante effusione dello Spirito Santo, lo Spirito dell’unità e della concordia, che a tutti ispiri pensieri di pace e di riconciliazione”.