Tutto questo un giorno passerà
Da settimane oramai sentiamo parlare di crisi finanziaria. Anche i meno esperti di economia, i meno amanti di questo settore, tutti si stanno rendendo conto che sta accadendo qualcosa di molto grave a livello economico-finanziario che sta coinvolgendo il mondo intero e che non potrà non travolgere ciascuno di noi.
I titoli dei quotidiani o le notizie che apprendiamo dal telegiornale in questi giorni in tal senso sembrano veramente poco rassicuranti: “Borsa: allarga perdite, otto titoli sospesi al ribasso sull’S&P/Mib”; “Piazza Affari accentua le perdite e gli indici principali arretrano di oltre cinque punti dopo aver toccato un ribasso del 6 per cento: non succedeva dall’11 settembre del 2001”.
E poi ancora: “La crisi dei mercati finanziari e il rischio di una paralisi del credito si stanno inasprendo…” ; “Mercati asiatici con pochi segni di vita, si teme la deflazione”; “La fuga dalle banche fa crollare la Borsa: bruciati 40 miliardi di euro in una seduta”.
Eppure proprio stamattina accanto a questi titoli così ampliamente ripetuti, ridondanti e terrorizzanti, fanno eco le parole rassicuranti e certe di un uomo che, di fronte a tanta legittima preoccupazione, esprime il giudizio ed indica la strada, il fondamento per lo speranzoso ed unico modo di affronto di una tale condizione. Il Papa, infatti, proprio ieri mattina, intervenendo con una Meditazione in apertura dei lavori del Sinodo dei Vescovi dedicato alla Parola di Dio, in un tratto ha fatto riferimento all’instabilità finanziaria che sta interessando i mercati internazionali. Da un commento di Carlo Marroni su “il Sole24 ore” si legge: “Papa Ratzinger ha espresso al mondo concetti che in questi momenti di panico aprono qualche squarcio di riflessione anche ai più riluttanti: le banche crollano, i soldi vanno in fumo, l’unica cosa che resta è la Parola di Dio. Un «prestatore di speranza di ultima istanza», prendendo in prestito un concetto dei mercati finanziari”.
Proprio così: di fronte al panico la speranza, nell’incertezza la certezza, al posto della sabbia la roccia, contro l’apparenza temporale la vera realtà eterna. Ha infatti asserito così il Santo Padre commentando il salmo 118: “La Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà. E per essere realisti, dobbiamo proprio contare su questa realtà. Dobbiamo cambiare la nostra idea che la materia, le cose solide, da toccare, sarebbero la realtà più solida, più sicura. Alla fine del Sermone della Montagna il Signore ci parla delle due possibilità di costruire la casa della propria vita: sulla sabbia e sulla roccia. Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà, è stabile come il cielo e più che il cielo, è la realtà. Quindi dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto. Realista è chi costruisce la sua vita su questo fondamento che rimane in permanenza. E così questi primi versetti del Salmo ci invitano a scoprire che cosa è la realtà e a trovare in questo modo il fondamento della nostra vita, come costruire la vita”.
Sì, il fondamento della vita di ciascuno … e dunque anche il fondamento per ricominciare a ricostruire il mercato finanziario.