Solo per questa volta…
In occasione del cinquantesimo anniversario della famosa rassegna canora dello Zecchino d’Oro è stata data una bella notizia: la Fondazione istituita dalla famiglia della storica direttrice, nonché fondatrice, del coro dell’Antoniano, Mariele Ventre, scomparsa nel 1995 a 56 anni, ha presentato istanza di apertura del processo di accertamento delle virtù di Mariele all’arcivescovo di Bologna, primo passo verso il processo di beatificazione.
Per capire chi era Mariele Ventre occorre partire dall’inizio, da quando a diciannove anni, con un diploma di pianoforte e una carriera da concertista davanti a sé, arriva all’Antoniano chiamata dal direttore, padre Berardo Rossi, per seguire i bambini che partecipano allo Zecchino d’oro. A quella convocazione Mariele risponde: “Solo per questa volta…” ed invece sarà per tutta la vita, sarà cioè la sua vocazione definitiva, tanto che dirigerà il Piccolo Coro dell’Antoniano, oggi Piccolo Coro Mariele Ventre, fino a dieci giorni prima della sua morte.
Spiega la sorella Maria Antonietta, presidente della suddetta Fondazione, che: “…Mariele è più di quello che appare in tv… la tv stessa le è servita per entrare nelle case degli italiani, per portarci il suo metodo, che era una specie di missione educativa, perché insieme al canto insegnava ai bambini a stare insieme. Ad amare gli altri, a non voler prevaricare, a capirsi…”.
Il suo compito non era solo quello di dirigere, ma sceglieva accuratamente ogni testo delle canzoni da proporre, perché doveva servire ad educare i piccoli. Per esempio, dice Maria Antonietta, “Quarantaquattro gatti non doveva insegnare solo le tabelline, ma anche che gli ultimi due, i più lenti, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti affinché non restino indietro”.
Era una donna infaticabile ed appassionata, si faceva carico di tutti, era severa ed esigente, perché studiava ogni bambino, voleva capirlo a fondo, scoprirne le potenzialità; una volta, poi, che aveva capito, pretendeva che le mettesse a frutto, che raggiungesse quei risultati.
Amava insegnare ai bimbi il valore del sacrificio e del fare bene le cose per sé, senza il miraggio del successo; infatti osava spesso rimproverare i genitori troppo ambiziosi, che si lamentavano perché i propri figli non erano stati abbastanza inquadrati durante la trasmissione, indicando anche a loro il senso di quel servizio.
L’obbedire a quella prima chiamata, fino in fondo e per sempre, ha reso Mariele una donna vera, affascinante, appassionata alla sua vita e a quelli del suo prossimo, per dirla in breve una donna felice, che ha accolto e messo a frutto quei talenti, donatele dal Creatore, e glieli ha restituiti centuplicati in libertà, intelligenza e fede.
Chissà se Dio non la vorrà anche a dirigere il coro degli angeli in Paradiso!
(La notizia sulla istanza di apertura del processo di accertamento delle virtù di Mariole è stata riportata dal settimanale “Gente” del 22 novembre c.a.)