“Salviamo i Cristiani” e preghiamo per Padre Bossi
Alcune migliaia di persone hanno partecipato giovedì 4 luglio alla manifestazione “Salviamo i cristiani”, promossa con un appello pubblicato il 15 giugno dal Vicedirettore del Corriere della Sera, il musulmano Magdi Allam.
“Non si può non rilevare che a cercare una mobilitazione pubblica, non confessionale, sia stato uno studioso della realtà islamica consapevole del valore della libertà religiosa e della presenza cristiana nel Medio Oriente. E non qualche esponente del ceto politico o culturale ben radicato nella tradizione occidentale che tanto deve proprio al cristianesimo nato nelle terre d’Oriente. Una circostanza capace di alimentare il sospetto, già avanzato a proposito della vicenda di padre Bossi rapito nelle Filippine, che nel nostro Paese un certo pregiudizio anticattolico, rafforzatosi in questi anni, oscuri la tragedia di milioni di credenti a rischio della vita per la loro fede” (di Andrea Lavazza – Avvenire del 05-07-2007).
Dal palco sono stati numerosi gli interventi oltre chiaramente a quello di Magdi Allam (www.salviamoicristiani.com). Tra coloro che hanno preso la parola anche ebrei e musulmani. “L’anarchia ha generato una caccia ai cristiani” ha detto Padre Bernardo Cervellera che dal palco ha fatto memoria dell’uccisione del suo amico Padre Ragheed, trucidato poco più di un mese fa in Iraq insieme a 3 suddiaconi, ultima terribile immagine della sofferenza di migliaia di cristiani perseguitati nel mondo (di Giovanni Ruggiero e di Paolo Viana – Avvenire del 05-07-2007).
E proprio davanti al palco il ritratto di padre Bossi con la scritta «Liberiamo». Nel suo intervento Magdi Allam ha infatti anche attaccato il «vergognoso, ignobile e inaccettabile silenzio sulla sorte di padre Bossi» E ha scandito: «È giunta l’ora della chiarezza della realtà, del coraggio della verità, padre Bossi è diventato il parametro della nostra eticità. Voi l’avete riscattata per affermare che la sua vita non vale meno di quella degli altri ostaggi. Sono coloro che hanno boicottato questa manifestazione che strumentalizzano politicamente la vita degli ostaggi».
Proprio qualche giorno fa, a sostegno della liberazione di Padre Bossi, è stato convocato dal Superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) per il 10 luglio prossimo, una giornata internazionale di preghiera “intensa e speciale” per la sua liberazione. La convocazione è avvenuta attraverso un messaggio inviato a tutti i missionari del PIME in cui si afferma con entusiasmante vigore quale sia il vero risultato della missione che non è tanto nella risposta degli uomini, quanto nella fedeltà del missionario al dono ricevuto.
In questa data, in cui si compirà un mese dalla scomparsa del missionario Padre Giancarlo ci uniamo alle preghiere e alle suppliche affinché “il Signore gli doni abbondante il coraggio, la speranza e la pazienza”, e perché tocchi il cuore dei suoi rapitori.