Per un battito di ciglia
Nell’ottobre del 2009 l’inglese Richard Rudd, quarantatreenne autista di autobus, rimane completamente paralizzato, con ulteriori complicanze di una polmonite e di un blocco renale, in seguito ad un grave incidente con la moto.
Ricoverato nel reparto neurologico dell’ospedale Addenbrooke di Cambridge, le sue condizioni si sono manifestate subito gravissime: nonostante le continue stimolazioni dei medici il suo apparato cerebrale non sembrava rispondere in alcun modo. Richard sembrava piombato in uno stato vegetativo che non lasciava spazio ad alcun tipo di comunicazione con il mondo esterno.
Di qui la drastica decisione, ai limiti del consentito dalla severa legge anglosassone sull’eutanasia, di rispettare il volere chiaramente manifestato prima dell’incidente, in tempi non sospetti, da Richard di non volere la sua vita attaccata al filo di una macchina.
La sua storia ha così colpito l’opinione pubblica da spingere le telecamere della BBC a chiedere ai familiari l’autorizzazione di documentare, direttamente in corsia, uno dei pochi casi leciti di eutanasia in Inghilterra.
Ed invece è accaduto l’imprevedibile: la vita che vince. Quell’uomo che fino a quel momento non aveva dato segni di coscienza improvvisamente sbatte le palpebre di fronte agli occhi increduli di familiari, medici e giornalisti.
A quel punto, superati dalla evidente realtà di quell’avvenimento, l’equipe medica ha subito e giustamente colto in quel gesto non richiesto un soffio di vita. Richard c’era e fin dentro la sua drammatica condizione reclamava di poter e voler essere protagonista della sua vita. Quel battito di ciglia portava tutta la carica umana di una vita che semplicemente voleva vivere, di una vita che con la drammatica forza di un battito reclamava il diritto semplice di cambiare idea.
I medici seguendo questa chiara domanda di vita, hanno sollevato le palpebre del paziente e gli hanno chiesto di muovere gli occhi verso sinistra se non voleva morire. Rudd l’ha fatto tre volte, manifestando chiaramente la sua intenzione di continuare a vivere abbracciando con tutto il suo dramma la sua nuova condizione. Da quel momento è iniziato il lungo percorso di riabilitazione che oggi vede dei notevoli miglioramenti: muove la testa, percepisce le situazioni attorno, sorride agli scherzi. Richard per la medicina rimarrà paralizzato a vita, ma sta pian piano imparando nuovi metodi di comunicazione, usando lingua, occhi e muscoli della faccia.
Non sappiamo e forse non sapremo mai cosa è passato nella mente di quest’uomo; l’abisso che c’è tra un’affermazione detta quando pensi che mai nulla di male possa accaderti e la coscienza nuova data da un’esperienza in atto.
Quello che sappiamo, e di cui siamo certi, è che questo desiderio di vita è insito nel cuore di ogni uomo, proprio perché siamo stati creati così e così siamo costantemente amati e protetti da quel Dio che non ha esitato a farsi Uomo abbracciando per primo tutti i mali e le sofferenze del mondo.
Non sappiamo quale disegno misterioso custodisca il drammatico e doloroso cammino di chi si trova in condizioni estreme di patimento. Quello che sappiamo è che Dio è con noi in ogni passo, abbraccia il nostro dolore e non manca mai di compiere il suo disegno buono su di noi e di ricolmarci del Suo Amore misericordioso.
Di questa vicenda ci colpisce anche il corretto uso della ragione da parte dei medici che, di fronte alla realtà che supera il nostro misero pensiero, a volte anche ideologizzato, semplicemente hanno accolto un fatto; un gesto inaspettato e quasi impercettibile, accaduto quando ormai non si sperava più. Colpisce la concretezza con cui questi medici hanno difeso la vita, adempiendo al loro giuramento iniziale e non fermandosi ad inutili considerazioni circa un’idea prestabilita di vita. Non si sono eretti a giudici della vita di un altro, ma di fronte alla presenza di Richard si sono posti in rapporto con lui.
Nel momento in cui per Richard ed i suoi familiari tutto sembrava piombare nella disperazione, è accaduto ciò che il loro cuore certamente gridava: la morte, seppur apparentemente vista come l’unica possibilità di affronto di questa circostanza, non ha avuto l’ultima parola.
La speranza c’è e ce lo testimonia quest’uomo, che più non riesce a fare che un battito di ciglia.