Nessuno tocchi Caino!!!
Sabato 30 dicembre c.a. all’alba è stato giustiziato, con l’impiccagione, il rais iracheno Saddam Hussein sulla base della condanna per genocidio di un centinaio di uomini curdi, tra cui donne e bambini.
Dopo che il premier sciita Nouri Al-Maliki ha firmato il decreto con l’ordine di esecuzione, si è aperto un vero e proprio giallo, con voci contraddittorie sulla morte del dittatore, appunto per disorientare gli iracheni ed evitare che scoppiassero tumulti in occasione della notizia dell’impiccagione.
Da una parte c’era chi diceva che gli americani avevano già consegnato Saddam agli iracheni, dall’altra chi, invece, smentiva; ed ancora il governo di Bagdad che frenava gli animi dicendo che per l’esecuzione bisognava attendere la fine della festa islamica del sacrificio, mentre dal canto loro le autorità irachene erano determinate a portare avanti la condanna a morte del tiranno, quale punizione esemplare per tutti.
Nel frattempo emergevano i primi particolari dell’esecuzione, fissati all’epoca dallo stesso dittatore: comunicazione al condannato del giorno ed ora della morte attraverso un cartellino rosso, forca allestita nella zona verde blindata di Bagdad, possibilità prima della morte di fare pace con Allah, vestito verde, colore dell’islam, per Saddam, sepoltura in posto segreto senza funerali.
In tutto questo confuso via vai di notizie, Saddam è stato ucciso in mondo visione, alla vigilia del nuovo anno, con quella stessa assenza di pietà con cui lui stesso aveva ucciso molti e molti uomini, donne e bambini… lasciando il mondo senza fiato!
Anzi tanti avranno esultato per questa spietata morte, ma la domanda che nasce inevitabile è:
cos’è la giustizia, cosa significa fare giustizia, chi può farsi giudice, come e cosa “pagare” per una colpa commessa più o meno grave…, insomma quale giustizia, quale necessità ed urgenza, quale onestà e rettitudine a fronte di così tante vittime innocenti di un potere tirannico e spregiudicato in nome di Allah.
È tremendo!
Senza dubbio però la pena di morte è la più grande violazione del fondamentale diritto dell’uomo, quello della vita, e chi se ne fa padrone perde di vista la sua originaria natura.
Sì, di certo Saddam è stato un assassino, come Caino, ma nessuno merita una morte così disonorevole; in caso contrario si giustificherebbero tutte le nefandezze commesse dallo stesso rais!
«Un giorno Caino parlava con suo fratello Abele e, trovandosi nei campi, Caino si avventò contro Abele, suo fratello, e l’uccise. Il SIGNORE disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?” Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”. Il SIGNORE disse: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. Ora tu sarai maledetto, scacciato lontano dalla terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra”. Caino disse al SIGNORE: “Il mio castigo è troppo grande perché io possa sopportarlo. Tu oggi mi scacci da questo suolo e io sarò nascosto lontano dalla tua presenza, sarò vagabondo e fuggiasco per la terra, così chiunque mi troverà, mi ucciderà”. Ma il SIGNORE gli disse: “Ebbene, chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte più di lui”. Il SIGNORE mise un segno su Caino, perché nessuno, trovandolo, lo uccidesse ». (Gn 4.8-15)
Che il Signore nella Sua infinita Misericordia perdoni Saddam per tutto il tremendo e innumerevole male commesso, prima di tutto contro se stesso, e perdoni i suoi assassini (come altro chiamarli?) perché così hanno aggiunto dolore e cattiveria in un contesto già profondamente tragico, così segnato e lacerato dall’odio, dal dolore, dal sangue, dalla sofferenza e dalla morte.