Nell’ Erba della strage fiorisce la Misericordia
Gli assassini confessano. Un uomo – un marito, un padre, un nonno – pronuncia parole di perdono e si riferisce a coloro che gli hanno massacrato la moglie, la figlia e il nipotino, continuando a chiamarli “signori” e mantenendo la lucidità di riconoscerli “poveretti”. I cronisti assetati di dichiarazioni e il pubblico affamato di particolari ricevono una testimonianza inaudita: pace, serenità, lucidità, dolore, dignità, perdono, misericordia. Nient’altro che questo nel volto e nelle parole del signor Carlo Castagna. E poi quella domanda, rivolta con confidenza, rivelando un rapporto filiale e costante col Padreterno: “Signore, perché non gli hai tenuto la mano sulla testa?”. Con normalità e naturalezza ci fa capire che va in Chiesa ogni mattina e che il suo riferimento principale non è l’avvocato né lo psicologo ma il sacerdote. “Non potremmo più dire il Padre nostro – dice la sera a Porta a Porta, riportando il dialogo con la suocera del giorno dopo la strage – se non perdonassimo. Il Signore dà le croci ma anche la forza per portarle. Se l’accogli, la croce ti sorregge; se la rifiuti, ti schiaccia”.
La Parola ha azzittito le chiacchiere – direbbe Rebora. Infatti, ascoltando parlare il signor Castagna, molti specialisti che ci avrebbero riempito le scatole di inutili parole sul perché, sul per come, sui se e sui ma, scandagliando ogni particolare, si sono ritrovati sconvolti, interrogati e, se non azzittiti, comunque almeno imbarazzati nello scadere in chiacchiere di opinioni. Anche questa volta, come accadde in maniera eccezionale, in occasione della morte di Giovanni Paolo II, la televisione è stata uno strumento a servizio della Verità, perché, attraverso quest’uomo, ha portato a tutti una testimonianza inaspettata e inaudita. Di fronte alla misericordia del signor Castagna non si può far finta di niente. Da dove gli vengono quella serenità, quella pace, quella saggezza, quella lucidità, quella misericordia? In maniera molto semplice e normale lui ce l’ha detto. Solo la fede, fino all’identificazione con Cristo, genera nell’uomo un umano come quello che abbiamo visto nel signor Castagna. È un umano eccezionale, è una capacità di guardare, toccare, amare come Cristo.
Noi la ringraziamo, caro signor Carlo, perché lei in questi giorni ci ha fatto sentire parlare Cristo, ce lo ha testimoniato vivo e presente, in mezzo a noi. Come i suoi figli, siamo anche noi sostenuti e coinvolti dalla sua certezza in Cristo. La sentiamo profondamente amico, di quell’Amicizia che unisce i cristiani, anche se non si sono mai visti. Ci stringiamo a lei e ai suoi cari, assicurandole la nostra preghiera per voi e per la signora Paola, per Raffaella e per il piccolo Yussef.
La sua testimonianza ci ha richiamato alla memoria tutti i martiri cristiani – da Santo Stefano a suor Leonella – che sono morti perdonando i loro assassini e pregando per loro. Noi le assicuriamo che porteremo nella nostra preghiera anche Olindo e Rosa, perché, come accadde a San Paolo e ad Alessandro Serenelli, assassino di Santa Maria Goretti, possano conoscere il Signore, pentirsi ed essere felici.