Matrimonio a tempo determinato: sposi soddisfatti o rimborsati!!!
A Città del Messico ci sono troppo divorzi. E così la sinistra ha pensato di riformare il codice civile, permettendo alle coppie di contrarre un “matrimonio rinnovabile ogni due anni”.
E’ l’ultima trovata dell’Assemblea legislativa del Distretto federale di Città del Messico la quale, con tanto di progetto di legge che è ancora in esame, si è inventata il “matrimonio rinnovabile” o a “tempo determinato” (come i contratti di affitto e di lavoro).
Il meccanismo funziona così: dopo due anni di matrimonio i due coniugi ad interim potranno decidere di separarsi o rinnovare il matrimonio, a seconda che il rapporto sia stato insopportabile o piacevole. Ovviamente si può divorziare anche prima dei due anni “se le cose non vanno”. Il contratto iniziale includerà inoltre le clausole per l’affidamento dei figli e la divisione dei beni nel caso i due sposi dovessero separarsi.
Tutto questo nel volto della solidarietà! Difatti i promotori della legge dicono che l’obiettivo è quello di evitare che si accumulino le cause di divorzio. La prima firmataria del progetto, Lizbeth Rosas Montero, afferma che la proposta nasce, addirittura, per tutelare il matrimonio. Se si prevengono i divorzi nel matrimonio numero 2, mandando all’aria il numero 1, si “favoriranno relazioni di coppia più sane e armoniche”.
In realtà in Messico dal 2008 è in vigore il divorzio express che permette la soluzione definitiva del matrimonio in sole quattro settimane. Dalla sua entrata in vigore ne sono stati fatti 60 mila circa e, oltre alla rapidità, la formula non richiede che sia spiegata neanche la causa per cui si agisce.
Inoltre ancor più recentemente sono stati creati anche portali internet che offrono il disbrigo di tutte le pratiche online al per il “divorzio express” al costo di 12 mila pesos, circa 650 euro; l’utente dovrà solo essere presente il giorno dell’udienza. Insomma il tutto più indolore possibile!
Questa proposta oltre che scandalosa ci sembra anche profondamente irrazionale.
Come si fa a giustificare questa mentalità che vorrebbe facilitare la vita dell’uomo rendendola irresponsabile non solo verso se stesso ma anche verso la propria famiglia, che volontariamente si sceglie di formare?
Tutto sembra ribaltato e confuso: il fidanzamento ormai ha lasciato il posto a convivenze che copiano l’istituto del matrimonio, ma nello stesso tempo si vorrebbe che il matrimonio mimasse il fidanzamento, tornando indietro nel tempo come se nulla fosse accaduto prima!
La promessa di amore eterno che si scambia ogni coppia del mondo, sia davanti a Dio che davanti all’ufficiale di stato civile, è proprio nel cuore di tutti: chi nel giorno delle nozze non vorrebbe che quell’amore fosse veramente per sempre? Questo vincolo duraturo sta proprio a tema del matrimonio, altrimenti non lo si sceglie, preferendo rapporti instabili e discontinui frutto del “mi va, non mi va”.
Il matrimonio non può essere banalizzato e trattato come se fosse un prodotto in scatola con la data di scadenza già prestampata sul fondo, un bene che si deteriora, e cosa ancora più grave non più per la sola volontà dei coniugi, ma imposto per legge.
Nessuno, credente o meno, può volere per sé un amore a tempo, tantomeno una famiglia a tempo.
Si pensi alla condizione psicologica dei coniugi precari che vivono questo tempo, già incerto di per sé, aspettando la fine di quei due anni, come se fossero sempre sotto esame da parte dell’altro partner, con una inesorabile domanda sempre davanti: mi vorrà ancora o sceglierà altro? Insomma il matrimonio a tempo diventa la cronaca di una morte annunciata e condiziona la relazione di coppia, che si impoverisce di genuinità, di slanci amorosi, oltre che della seria e responsabile progettualità coniugale e genitoriale.
Forse è più ragionevole pensare che lo Stato del Messico ha voluto scoraggiare proprio la scelta del matrimonio, più che salvarlo dai numerosi divorzi, ottenendo così ugualmente una buona statistica: meno matrimoni, meno divorzi!
Matrimonio e famiglia, non si è mai stancato di affermare e ripetere il Santo Padre Benedetto XVI, non sono realtà inventate, ma fanno parte della natura stessa dell’uomo e della donna. Per questo motivo le “le varie forme odierne di dissoluzione del matrimonio, come le unioni libere e il matrimonio di prova, fino allo pseudo-matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono invece espressioni di una libertà anarchica, che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo”.
In uno dei suoi primi discorsi rivolto il 6 giugno 2005 alla Diocesi di Roma il Papa ha con estrema semplicità e chiarezza oltre che certezza inoltre affermato: “La libertà del «sì» si rivela dunque libertà capace di assumere ciò che è definitivo: la più grande espressione della libertà non è allora la ricerca del piacere, senza mai giungere a una vera decisione; è invece la capacità di decidersi per un dono definitivo, nel quale la libertà, donandosi, ritrova pienamente se stessa”.
Una legge che non difende la verità sull’uomo e la sua libertà che legge è?
E poi ancora che cosa in realtà tutto questo favorisce?
Si legge sempre nello stesso Discorso: “lo svilimento dell’amore umano, la soppressione dell’autentica capacità di amare si rivela infatti, nel nostro tempo, l’ arma più adatta e più efficace per scacciare Dio dall’uomo, per allontanare Dio dallo sguardo e dal cuore dell’uomo. Analogamente, la volontà di «liberare» la natura da Dio conduce a perdere di vista la realtà stessa della natura, compresa la natura dell’uomo, riducendola a un insieme di funzioni, di cui disporre a piacimento per costruire un presunto mondo migliore e una presunta umanità più felice”.
Basterebbe veramente chiedersi: ma così l’uomo è più felice, ma così sono veramente più felice?
Invitiamo a riprendere integralmente il meraviglioso Discorso del Santo Padre.