La persecuzione continua…
Un odio che non ha confini, una carneficina che continua ormai da decenni e, pur passando sotto silenzio, non accenna a diminuire: stiamo parlando delle centinaia di vittime cristiane, perseguitate e uccise solo perché seguivano e amavano Cristo.
Più volte su questo sito abbiamo denunciato le barbarie che si perpetuano contro i cristiani di tutto il mondo. Si tratta di morti e soprusi che spesso non hanno voce nei media e che per questo continuiamo a denunciare, perché quello che succede non può essere taciuto, perché spesso è proprio il silenzio che sostiene questi omicidi senza giustificazione!
Solo in negli ultimi mesi sono accaduti questi fatti drammatici.
In Pakistan, il 30 luglio centinaia di militanti islamici hanno attaccato il villaggio cristiano di Koriyan, vicino a Gojra, questo perché i cristiani hanno la stessa religione dei soldati americani e dunque sono nemici che meritano la morte. Il pretesto che ha innescato l’assalto è stato la falsa accusa di blasfemia contro Talib Masih, che avrebbe bruciato alcune pagine del Corano durante una cerimonia di matrimonio lo scorso 29 luglio a Koriyan. La verità è che, come è usanza, alla fine della cerimonia in chiesa gli invitati hanno tirato verso la coppia fiori, riso, alcune monete per augurare prosperità e biglietti con frasi di saluto o salmi. Dapprima gli assalitori hanno tirato pietre, poi hanno utilizzato benzina e infine mitra e bombe, bruciando, oltre alle abitazioni dei credenti, anche due chiese protestanti. Nell’assalto, almeno 8 persone – fra cui 4 donne e un bambino di 7 anni – sono state bruciate vive e 20 altre sono rimaste ferite. I cristiani, che in Pakistan rappresentano una minoranza di poco più del 2%, in risposta alle accuse, hanno organizzato una processione nelle aree musulmane scatenando l’ira dei membri del «Sipah-e-Sahaba», un gruppo islamico ritenuto fuorilegge dal governo pakistano.
Il 7 ottobre, quindi solo qualche giorno fa, in Iran è stata posto sotto l’attenzione di un giudice il caso di Maryam e Marzieh, detenute dal 5 marzo per “attività contro lo Stato” a causa alla loro conversione al cristianesimo. Si aspetta in queste ore la decisione della corte.
In Iraq l’8 ottobre è stato rinvenuto il corpo senza vita di Imad Elias Abdul Karim, un infermiere di 55 anni, torturato e ucciso con nove colpi di pistola a Kirkuk, perché, come rivelato dalla polizia, era cristiano.
Sostengono che non perderanno la propria fede i cristiani dell’India, rifugiati in un capo profughi perché le loro case sono state distrutte. Secondo un’inchiesta del governo di Orissa, solo negli ultimi tempi sarebbero stati almeno sessanta gli assassinii tra i credenti. Ma i numeri totali sono spaventosi: si parla di 4.500 case di cristiani date a fuoco, 180 chiese distrutte, più di 30.000 cristiani costretti a lasciare le proprie abitazione e cercare rifugio altrove
E ancora, nelle Filippine è stata fatta esplodere una bomba davanti ad una chiesa, in Vietnam il governo ha fatto arrestare i cristiani che protestavano per avere una nuova chiesa. “Più di venti cattolici sono stati aggrediti, fatti salire su veicoli militari e arrestati”, ha dichiarato il segretario della Diocesi di Vinh, padre Antoine Pham Dinh Phung.
Gli agenti, informa l’agenzia UCANews, hanno portato via la croce di legno e attaccato alcune donne che cercavano di evitare che ciò accadesse. Sono stati sequestrati anche altri materiali da costruzione e due generatori di corrente.
La situazione in Cina non è migliore. Sono ormai cinquant’anni che la Chiesa cattolica cinese è costretta a vivere in condizioni di semi-clandestinità. Attualmente in Cina diversi milioni di persone sono detenute, sfruttate e torturate nei laogai, moderni campi di concentramento in cui esseri umani, costretti a vivere in condizioni di assoluta prostrazione, fisica e morale, vengono obbligati a lavorare anche 16 ore al giorno con lo scopo di fabbricare prodotti per il regime comunista cinese in spregio di ogni tutela sociale. Particolarmente allarmanti sono le condizioni in cui i Vescovi cattolici che vogliono restare fedeli al Papa devono vivere: l’obbedienza ‘spirituale’ di un cittadino cinese a uno Stato straniero (la Santa Sede) viene infatti considerata come un tradimento della Patria e punita con pene severissime. Numerosi sono i Vescovi sono scomparsi da decenni e di essi non si sono più avute notizie: per molti di loro l’ipotesi più probabile è quella della morte violenta con l’immediata cremazione del corpo per far perdere ogni traccia del crimine commesso.
Si tratta dunque di una vera e propria violazione dei “diritti umani fondamentali”, che nega nell’uomo il vero carattere antropologico ed esistenziale. Senza questo riconoscimento viene meno il fondamento di tutto ciò che il mondo chiama civiltà. Alla luce di questi fatti si comprende facilmente come la salvaguardia della libertà di religione, di una libertà che da sola garantisce una piena realizzazione della dignità umana, diventi sempre più urgente.
Sono solo alcuni esempi, ma noi seguitiamo a ripetere che non si può rimanere in silenzio, per questo continueremo a pubblicare aggiornamenti su questi avvenimenti e a pregare per le povere vittime di questi vergognosi omicidi e soprusi, certi che il Signore misericordioso darà a chi muore così il dono della vita eterna.