La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue
Si moltiplicano le iniziative internazionali per trovare una via d’uscita alla guerra a Gaza. Gli ultimi bilanci parlano di oltre 360 vittime e circa 1.700 feriti tra la popolazione palestinese. Mentre Israele annuncia una “guerra a oltranza”, se i razzi di Hamas continueranno a bersagliare il territorio dello Stato ebraico, tutti gli occhi del mondo sono puntati su Parigi, dove oggi è in programma un vertice straordinario della diplomazia europea. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, è tornato a chiedere a entrambe le parti la cessazione delle ostilità. Egitto e Autorità palestinese hanno sollecitato il Consiglio di sicurezza dell’Onu a intervenire per la fine immediata degli “inaccettabili attacchi” (Oltre 350 le vittime…).
Con l’obiettivo di aiutare e assistere la stremata popolazione della Striscia di Gaza, le Nazioni Unite hanno cominciato a inviare i primi convogli umanitari, ma i responsabili dell’Onu temono un’ulteriore escalation da parte israeliana che rischia di essere fatale per molti civili. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), che nella Striscia ha attualmente otto volontari giunti da vari Paesi e sessantacinque collaboratori locali, ha lanciato un appello per l’invio di medicine. Nonostante le enormi difficoltà negli spostamenti, la Croce Rossa è comunque riuscita a far entrare a Gaza cinque ambulanze e tre automezzi attrezzati per le trasfusioni di sangue, oltre che generatori elettrici. Intanto, continua, sempre con lentezza, l’esodo in Egitto dei palestinesi feriti dai raid israeliani. Attraverso il valico di Rafah sono giunti all’ospedale di Al Arish trentasei feriti gravi, accompagnati da trentadue familiari (Appello della Croce Rossa…).
“Imploro la fine di quella violenza, che è da condannare in ogni sua manifestazione, e il ripristino della tregua nella striscia di Gaza; chiedo un sussulto di umanità e di saggezza in tutti quelli che hanno responsabilità nella situazione, domando alla comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato per aiutare israeliani e palestinesi ad uscire da questo vicolo cieco e a non rassegnarsi – come dicevo due giorni fa nel messaggio Urbi et Orbi – alla logica perversa dello scontro e della violenza, ma a privilegiare invece la via del dialogo e del negoziato”. Così ha lanciato un Appello il Santo Padre al termine dell’Angelus del giorno 28 dicembre scorso.
“Sono profondamente addolorato per i morti, i feriti, i danni materiali, le sofferenze e le lacrime delle popolazioni vittime di questo tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie. La patria terrena di Gesù non può continuare ad essere testimone di tanto spargimento di sangue, che si ripete senza fine!” .
La patria terrena di Gesù, il luogo dove nel Corpo è nato, è vissuto, ha lavorato… la terra in cui ha camminato, ha annunciato il Regno di Dio… il paese in cui si è lasciato crocifiggere nel Corpo per Amore di ciascun o di noi… proprio lì, proprio nei giorni del Natale per l’ultima volta, un tale spargimento di sangue, una tale inaudita violenza.
Ci viene proprio in mente il Salmo 121:
Quale gioia, quando mi dissero:/“Andremo alla casa del Signore”./E ora i nostri piedi si fermano/alle tue porte Gerusalemme!/Gerusalemme è costruita/ come città salda e compatta. /Là salgono insieme le tribù, /le tribù del Signore, secondo la legge di Israele, /per lodare il nome del Signore. /Là sono posti i seggi del giudizio, /i seggi della casa di Davide. /Domandate pace per Gerusalemme: / sia pace a coloro che ti amano, /sia pace sulle tue mura, /sicurezza nei tuoi baluardi. /Per i miei fratelli e i miei amici /io dirò: “Su di te sia pace!”./ Per la casa del Signore nostro Dio chiederò per te il bene.
Domandiamo allora pace per Gerusalemme, insieme al Papa che accoratamente ha supplicato:
“Affidiamo a Gesù, Principe della Pace, la nostra fervida preghiera per queste intenzioni e a Lui, a Maria e Giuseppe, diciamo: O famiglia di Nazareth, esperta del soffrire, dona al mondo la pace. Donala oggi soprattutto alla Terrasanta!”