La morte non ti fa bella!!!
In questi giorni molti quotidiani hanno riportato la storia di Eliana Ramos, una modella uruguaiana di 18 anni che è morta soltanto sei mesi dopo il decesso della sorella Luisel, pure modella (stroncata da un infarto cardio-respiratorio durante un sfilata di moda a Montevideo), nella sua abitazione, sempre a Montevideo, per cause non ancora chiare.
Alcuni giornali (Corriere della Sera, La Repubblica, Libero ecc.) hanno dato queste notizie: “…è stata la nonna di Eliana a trovare ieri la giovane sdraiata a terra nella sua stanza, ed oggi la stampa parla di «morte improvvisa» associata ad «un quadro di alimentazione deficitaria»…la giovane, conosciuta con il soprannome di Elle, lavorava per l’imprenditore argentino Pancho Dotto, che l’aveva lanciata a livello internazionale, e secondo fonti locali era sotto trattamento psicologico dopo la morte della sorella Luisel”. Ed ancora “…un’amica di Eliana, Natalia Ferreira, anche lei modella, ha dichiarato alla televisione locale che avevano trascorso 20 giorni nella casa di Dotto a Punta del Este, rinomata località balneare uruguayana, e che non vi erano stati problemi di alimentazione”.
In seguito ad una morte così “strana” si è aperta un’inchiesta e il giudice Roberto Timbal ha ordinato l’autopsia, che ha accertato che il decesso della ragazza è stato causato da un’emorragia cerebrale, ma non è stato confermato che sia riconducibile a disordini alimentari, come ipotizzato dalla stampa uruguayana che parla di «morte improvvisa» associata a «un quadro di alimentazione deficitaria».
La morte di Ramos junior ha gettato nello sconforto l’opinione pubblica uruguayana che non aveva ancora dimenticato il clamore suscitato dalla morte della sorella maggiore, Luisel.
Ma questa triste storia apre una ferita sanguinante, in quanto con Elle sono arrivate a sette le modelle morte in Brasile e Uruguay negli ultimi mesi.
L’ultimo caso in Brasile è stato quello di una studentessa di 14 anni, Maiara Galvao Vieira, morta il 6 gennaio scorso per arresto cardiocircolatorio provocato da anoressia nervosa. Poi Thayrinne Machado Brotto, morta in un ospedale di Rio de Janeiro. E poi Beatriz Cristina Ferraz, 23 anni, deceduta a San Paolo dopo a complicazioni cardiache causate da anoressia (pesava soltanto 35 chili). Nel novembre scorso il caso di Ana Carolina Reston Macan, uccisa dall’anoressia (pesava soltanto quaranta chili distribuiti su 174 centimetri di altezza). Pochi giorni dopo un’altra vittima: Carla Sobrado Casalle, 21 anni, aspirante modella con l’ossessione della magrezza. (i loro nomi sono volutamente trascritti in neretto per ricordare che si tratta di giovani donne e non robot della moda)
Queste “fastidiose” morti, perché puntano i riflettori non sui pizzi e sulle sete ma sul dolore che attanaglia anche le splendide modelle, hanno scatenato un’ondata di polemiche sulla magrezza delle top model e spinto gli organizzatori delle sfilate brasiliane a correre ai ripari con una sorta di codice di autoregolamentazione: esami medici per le ragazze prima delle sfilate e la 38 come taglia minima. Poi a ruota anche Madrid, Londra e Milano hanno preso provvedimenti, imponendo una taglia minima (pari a una massa corporea di 18 che secondo l’organizzazione mondiale della Sanità è uno standard di «normalità») per salire in passerella.
Ecco il perbenismo che piace tanto alla nostra società: facciamo finta di niente, e se proprio la situazione diviene insostenibile, come ora, “che sarà mai”, aggiungiamo un po’ di “ciccia” sul corpo di queste ragazze e tutto torna a posto.
E’ proprio vero che tutto spinge a tacere di noi, se si perde di vista chi sta a tema nella propria vita, cioè se stessi e Colui che fa ciascun “se stesso”.
L’uomo è fatto per la felicità, non per i soldi, la fama, i riflettori o la bellezza. Sembra una frase fatta, ma non lo è quando giovani donne perdono la vita dietro questi falsi idoli.
Diceva Gesù ai suoi discepoli, ma continua a dirlo anche a noi: “A che giova, quale vantaggio avrà l’uomo se guadagna il mondo intero e poi perde se stesso? Che cosa potrà dare in cambio di sé?”. Che il Signore accolga nella Sua infinità Misericordia queste giovani Sue figlie e consoli, come solo Lui sa fare, i cuori delle loro famiglie.