La giornata dell’orgoglio pedofilo
La notizia è di quelle che fa rabbrividire: il 23 giugno avrà luogo il boyloveday international, la giornata dell’orgoglio pedofilo. Sì, 1532 siti si preparano a celebrare questa giornata che difende le relazioni tra bambini ed adulti, una “festa” riconosciuta ormai da 8 anni, che passa tra il silenzio e l’indifferenza generale, sebbene qualcuno, rimasto però inascoltato, abbia richiesto l’intervento dell’ONU.
I difensori dell’amore pedofilo trovano appoggio alle loro idee anche in un sito, che conta ogni giorno tantissime visite e per tale ragione i promotori sono convinti che in molti la pensano come loro.
Ciò che risalta immediatamente agli occhi è il fatto che si intende far passare per giusta l’idea che la pedofilia non sia un crimine, ma “un orientamento sessuale” e che chi la pratica sia legittimato ad esprimere il proprio “amore” nei confronti dei minori.
E tutto questo in nome della tanto decantata libertà individuale, una libertà che invece nasconde la brama di possedere e soddisfare solo le esigenze personali, che egoisticamente non prendono affatto in considerazione chi si ritrova costretto a subire simili abusi.
Ed è ancora in nome di questa libertà che un diciassettenne di un liceo scientifico di Roma, dalle pagine del giornalino scolastico, difende un pedofilo diventato suo amico affermando che la sua unica colpa è stata quella di “provare attrazione sessuale per le acerbe bellezze delle ragazze molto più giovani …”, giustificando in tal modo la bontà delle sue azioni.
O, ancora, come non ricordare il famigerato Partito dei pedofili, nato qualche tempo fa nella “civilissima” Olanda?
La pedofilia, dunque, come stato di diritto, come norma del vivere quotidiano!
La cosa che lascia esterrefatti è che la società accetta quasi placidamente questo modo di pensare. “Può essere più comodo dipingere i pedofili come nuovi orchi sbucati da chissà quali loro antri informatici; o pensare che tale forma di malvagità sia solo una sorta di psicopatologia. Ma quando gli orchi sentono di poter organizzare una pubblica giornata in cui essere orgogliosi, vuol dire che fiutano nell’aria qualcosa che riguarda tutti e che li favorisce”. (Davide Rondoni – Avvenire 10/06/007)