La droga fa male, ma la sua liberalizzazione fa peggio!
Dicono gli antiproibizionisti che le droghe leggere non hanno mai ucciso nessuno e che, comunque, l’alcol provoca molti più morti.
La cronaca nera dell’ultima settimana, però, s’è incaricata di smentire con spettacolare crudezza questa balordaggine. Un autista di pullman esce di strada e ammazza due alunni in gita scolastica: la sera prima aveva fumato hashish. Tre Albanesi sequestrano i passeggeri di una corriera di linea, feriscono, rapinano, incendiano: erano strafatti di cocaina. Uno studente quindicenne stramazza privo di vita sul pavimento: tra una lezione e l’altra s’era concesso uno spinello in quello che gli allievi dell’istituto tecnico chiamano «il corridoio delle canne».
All’indomani della prima tragedia, il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha avuto il coraggio di replicare a Letizia Moratti, sindaco di Milano, che invocava un giro di vite: «Che cosa direbbe se risultasse che l’autista del bus aveva bevuto troppo? Forse che si deve proibire il vino?». In perfetta sincronia anche Livia Turco, ministro della Salute, ha affermato: «Sono vicina a quelle madri, al loro dolore. Ma non strumentalizziamo la loro atroce sofferenza. E soprattutto non siamo ipocriti. In Italia si demonizza la cannabis e si considera invece parte della nostra cultura il vino. Eppure è l’abuso di alcol che provoca ogni anno migliaia di morti sulle strade».
A dieci anni di distanza dalla polemica inglese contro il governo Blair che non voleva cedere a che il consumo personale di questa droga non fosse più un reato punibile con l’arresto, risponde il nostro ministro Turco, che pretenderebbe di aumentare per decreto legge da 500 milligrammi a un grammo la quantità massima di cannabis consentita. (Avvenire del 20 maggio 2007)
Gli studi scientifici recenti confermano gli effetti devastanti di tutte le droghe, dalla cannabis all’eroina, anche con modeste assunzioni; il rischio di giungere ad un’ebetizzazione generazionale è alto e probabile. Ma ciò che difficilmente si riesce a comprendere è l’origine del male che spinge un uomo a distruggersi attraverso la droga (ormai tutti lo sanno che fa male!); in risposta a ciò si tende invece a trovare facili soluzioni come la liberalizzazione, che al contrario riducono ancora di più l’uomo e lo allontanano dalla vera comprensione di sé e del suo vero bisogno.