La Costituzione di un Popolo
Il 27 dicembre 1947 è nata la Costituzione della Repubblica Italiana, cioè la legge fondamentale e fondante lo Stato italiano, e con essa la nostra identità di popolo; quindi il 27 dicembre 2007 è caduto il Sessantesimo Anniversario della sua promulgazione, mentre il 1° gennaio 2008 ne è stata festeggiata l’entrata in vigore.
Questo importante anniversario verrà comunque ricordato per tutto il 2008.
In 139 articoli la Costituzione racconta chi siamo, da dove vengono i nostri valori e cosa vuole esprimere e difendere il popolo italiano.
Il testo che oggi conosciamo, se non per alcune modifiche, fu approvato dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il successivo 27 dicembre.
A distanza di sei anni della seconda guerra mondiale e di venti anni della dittatura fascista, il 2 giugno 1946 si svolsero contemporaneamente il referendum istituzionale, con la partecipazione dell’89% degli aventi diritto, per la prima volta a suffragio universale, che decise favorevolmente per la nascita della Repubblica Italiana, e l’elezione dell’Assemblea Costituente che ebbe il compito di redigere il testo della Carta Costituzionale.
L’intesa che permise ai diversi rappresentanti politici di realizzare e scrivere la Costituzione è stata più volte definita «compromesso costituzionale», consistente in una commistione di concezioni politiche diverse, risultato di reciproche rinunce e successi; essa fu altresì frutto della grande rinascita culturale ed umana post-guerra che portò, pochi mesi dopo, alla promulgazione della “Dichiarazione dei Diritti Fondamentali dell’Uomo” di cui pure in quest’anno si celebra il Sessantesimo.
La Costituzione è composta da 139 articoli, divisi in tre sezioni: principi fondamentali (art. 1-12); parte prima, diritti e doveri dei cittadini (art. 13-54); parte seconda, concernente l’ordinamento della Repubblica (art 55-139).
Più volte e da più parti c’è stato il tentativo di voler modificare il contenuto della Legge Fondamentale, accampando idee di riforma in alcune circostanze su quei punti che, invece, sono i “cardini” della stessa e della dignità umana e sociale. Il popolo italiano quando ha potuto, si è sempre espresso in senso negativo verso questi cambiamenti, perché quei 139 articoli, specialmente nella prima parte, fanno emergere con chiarezza le origini, inevitabilmente cattoliche, e i principi di uomini e donne, la loro appartenenza ad un Paese e ad una grande storia.
Sebbene alcuni brevi tratti della Costituzione rilevano comunque il fatto che essa sia stata il frutto di un “compromesso”, con l’evidenza di concetti sia anacronistici nonché fortemente partitici ed ideologici, rimane che ciò che lega il nostro popolo alla Carta Costituzionale e che gli permette di festeggiarne il sessantesimo anniversario, anche con l’emissione di pregiati francobolli, è il senso dell’identità che si evince da essa, dell’appartenenza ad un’unica origine storica, culturale e sociale, che nessuno potrà mai negare o cancellare, neanche omettendone i tratti fondamentali come invece è stato fatto nella redazione della Costituzione europea.