“Il Papa che ha offeso l’Islam”
Nell’ultimo video diffuso nel corso della notte di lunedì scorso dai forum islamici in internet del numero due di al-Qaeda, Ayaman al-Zawahiri, appaiono per alcuni secondi alcune immagini di Benedetto XVI, definito “il Papa che ha offeso l’Islam”: si tratta in particolare di immagini della recente visita in Vaticano del Re saudita Abdullah. Il video, della durata di un’ora e trentasette minuti, intitolato “Intervista con lo sceicco Ayman Al Zawahiri” e sottotitolato in inglese, riprende il terrorista egiziano seduto dietro una libreria dove è poggiato un fucile kalashnikov che risponde alle domande di un anonimo intervistatore. “Al minuto 57 della lunga intervista al-Zawahiri attacca con forza i dotti islamici, ed in particolare quelli sauditi che vietano ai musulmani di fare il Jihad contro gli americani. «Chiedo a questi Ulemà perché il Jihad contro i russi era un dovere mentre ora è vietato combattere gli americani in Afghanistan – afferma il medico egiziano – Chiedo inoltre a questo Muftì che segue la scuola di Bush se era appropriato il fatto che il governante (si riferisce al Re saudita Abdullah ndr) abbia visitato il Papa che ha offeso l’Islam e i musulmani. In questo modo si propone la dottrina moderata e avviene il confronto con il politeismo dei mufti sauditi? ». Dopo aver toccato questo argomento, al-Zawahiri parla del Jihad in Nord Africa, lanciando un appello ai musulmani della regione affinché aderiscano ad al-Qaeda nel Maghreb islamico” (da Il Giornale del 17 dicembre 2007).
“Non si può tornare indietro perché il dialogo è seriamente cominciato”. Così Adnane Mokrani, teologo musulmano docente alla Pontificia Università Gregoriana, reagisce a queste parole di minaccia contro il Papa. “Le minacce di al Qaeda o di Al Zawahiri non sono una novità… Il dialogo è un principio etico ben radicato nelle fedi, e soprattutto nelle religioni abramitiche. Credo che la scelta del dialogo sia una scelta civile e religiosa insieme. Non è una mera diplomazia né una dimensione periferica per la sfera religiosa. La persona religiosa ha nella sua fede una dimensione universale, che lo porta a cercare l’incontro con l’altro, ad imparare dalle altre esperienze di fede, a lavorare per la pace, la giustizia, la riconciliazione, i diritti umani. Il dialogo islamo-cristiano è una strada ormai intrapresa” (da Agenzia SIR del 18 dicembre 2007).
La lettera dei 138 leader musulmani al Papa e la risposta di Benedetto XVI hanno dato un grosso impulso al dialogo. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha spiegato: “I contatti di dialogo portati avanti da autorevoli esponenti musulmani, come il re di Arabia e i 138 leader islamici, sono un fatto significativo per tutto il mondo musulmano: il fatto che queste voci che vogliano esplicitamente dialogare e impegnarsi per la pace abbiano un’importanza crescente nell’Islam è evidentemente un fatto che preoccupa chi questo dialogo non lo vuole. (…) «Il riferimento negativo» al Papa, ha non è un fatto strano, né ci preoccupa in modo particolare e non gli andrebbe attribuito un grande rilievo (da Zenit del 18 dicembre 2007).