Il Messaggio per la Giornata mondiale della pace
La “attuale crisi alimentare che mette a repentaglio il soddisfacimento dei bisogni di base” nasce “non tanto da insufficienza di cibo” quanto da “fenomeni speculativi” e da “carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze”. È la denuncia del Papa nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, indirizzato anche ai capi di Stato e di governo, intitolato “Combattere la povertà, costruire la pace” e presentato il giorno 11 dicembre scorso.
La “recente crisi dimostra come l’attività finanziaria sia guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune”; per questo la finanza perde la funzione di “ponte tra presente e futuro, a sostegno della creazione di nuove opportunità di produzione e lavoro nel lungo periodo”.
“La globalizzazione da sola è incapace di costruire la pace e, in molti casi, anzi, crea divisioni e conflitti”, continua il Papa, sottolinenando che la globalizzazione ha bisogno di “essere orientata verso un obiettivo di profonda solidarietà che miri al bene di ognuno e di tutti”. “In questo senso – scrive – va vista come un’occasione propizia per realizzare qualcosa di importante nella lotta alla povertà e per mettere a disposizione della giustizia e della pace risorse finora impensabili”. Per il Pontefice, “l’allargamento della questione sociale alla globalità va considerato nel senso non solo di un’estensione quantitativa, ma anche di un approfondimento qualitativo sull’uomo e sui bisogni della famiglia umana”.
La “malnutrizione”, sostiene il Santo Padre, “provoca gravi danni psicofisici alle popolazioni”, privando molti delle “energie per uscire, senza speciali aiuti, dalla loro situazione di povertà”; quindi si “allarga la forbice delle diseguaglianze, provocando reazioni che rischiano di diventare violente”. Aumenta “il divario tra ricchi e poveri”.
“Quando la povertà colpisce una famiglia, i bambini ne risultano le vittime più vulnerabili: quasi la metà di coloro che vivono in povertà assoluta oggi è rappresentata da bambini”, scrive il Papa. “Considerare la povertà ponendosi dalla parte dei bambini – ricorda – induce a ritenere prioritari quegli obiettivi che li interessano più direttamente come, ad esempio, la cura delle madri, l’impegno educativo, l’accesso ai vaccini, alle cure mediche e all’acqua potabile, la salvaguardia dell’ambiente e, soprattutto, l’impegno a difesa della famiglia e dellastabilità delle relazioni al suo interno”.
“Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l’eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani”, denuncia il Papa. “La povertà – osserva Benedetto XVI – viene spesso correlata, come a propria causa, allo sviluppo demografico”, ma non è così: “sono uscite dalla povertà popolazioni caratterizzate da un notevole incremento demografico”, anzi “i Paesi che di recente si sono affacciati sulla scena internazionale come nuove potenze economiche hanno conosciuto un rapido sviluppo proprio grazie all’elevato numero dei loro abitanti”. “Inoltre – sottolinea il testo – tra le Nazioni maggiormente sviluppate quelle con gli indici di natalità maggiori godono di migliori potenzialità di sviluppo. In altri termini, la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà”. Tutto questo, per il Pontefice dimostra quanto siano sbagliate “le campagne di riduzione delle nascite, condotte a livello internazionale, anche con metodi non rispettosi nè della dignità della donna né del diritto dei coniugi a scegliere responsabilmente il numero dei figli e spesso, cosa anche piu’ grave, non rispettosi neppure del diritto alla vita”. “A fronte di ciò – conclude – resta il fatto che, nel 1981, circa il 40% della popolazione mondiale era al di sotto della linea di povertà assoluta, mentre oggi tale percentuale è sostanzialmente dimezzata”.
Il Testo del Messaggio