I mezzi di comunicazione come strumenti della nostra speranza
Giovedì 24 gennaio, nella festa di San Francesco di Sales patrono dei giornalisti, com’è tradizione, il Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, Arcivescovo Claudio Maria Celli, ha presentato alla stampa internazionale il Messaggio del Papa in occasione della 42ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, prevista per il 4 maggio 2008.
Nel suo Messaggio dal titolo “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la Verità per condividerla”, il Santo Padre, descrivendo come i media sono ormai a tutti gli effetti ed in maniera preponderante entrati a far parte del nostro vivere quotidiano, afferma come essi “nel loro insieme, non sono soltanto mezzi per la diffusione delle idee, ma possono e devono essere anche strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale”.
Benedetto XVI, in linea con quanto recentemente approfondito nella Spe Salvi (n. 22), non manca però di rendere presente il rischio, più che mai reale, che i mezzi di comunicazione sociale “si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento”, pur essendo “innegabile l’apporto che essi possono dare alla circolazione delle notizie, alla conoscenza dei fatti e alla diffusione del sapere”.
In particolare il Papa sottolinea come la comunicazione sia oggi troppo spesso usata “per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva”, finendo con il legittimare ed imporre, con il pretesto di rappresentare la realtà, “modelli distorti di vita personale, familiare o sociale”.
Il Santo Padre ammonisce inoltre circa il preoccupante potere di suggestione della comunicazione, attraverso il quale, in modo sempre più marcato, la realtà non viene più semplicemente descritta, ma di fatto determinata.
“Quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale, finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell’uomo, rischiando di incidere negativamente sulla sua coscienza, sulle sue scelte, e di condizionare in definitiva la libertà e la vita stessa delle persone”. Pertanto, Benedetto XVI ribadisce la necessità, anche per questo ambito, di un’«info-etica» che garantisca, come affermato da Mons. Celli, l’uso dei mezzi di comunicazione come strumenti della nostra speranza.
Insieme e dietro al Papa desideriamo far uso della comunicazione sociale, a partire da quanto proposto ed approfondito in questo sito, secondo la sua vocazione più alta, cioè “contribuire a far conoscere la verità sull’uomo, difendendola davanti a coloro che tendono a negarla o a distruggerla”, certi che “la verità che ci rende liberi è Cristo, perché solo Lui può rispondere pienamente alla sete di vita e di amore che è nel cuore dell’uomo”.