Gli Innocenti
Le bambine sarebbero dovute nascere tra pochi mesi, ma in nome di una tanto sospirata perfezione, non vedranno mai la luce.
È successo a Milano nel mese di giugno: una donna di 38 anni si è sottoposta all’aborto volontario per interrompere la gravidanza di diciotto settimane, di uno dei due gemelli che portava in grembo, affetto da sindrome di Down. Al termine dell’intervento però si è scoperto che era stato soppresso il feto sano e non quello malato. Una notizia alla quale la donna ha reagito scegliendo per un secondo aborto. Un drammatico episodio, trapelato solo negli ultimi giorni, su cui è stata avviata un’inchiesta dalla Procura di Milano.
L’errore sarebbe avvenuto perché nel periodo tra l’amniocentesi e l’interruzione di gravidanza i due gemelli si sono scambiati di posto. Un fatto che al sol pensiero ci sconvolge per quanto richiama ciascuno all’evidenza della vita, e in questo caso della vita ancora in grembo, come Mistero. Eppure la ginecologa che ha praticato l’aborto selettivo, Anna Maria Marconi, ha dichiarato sembra molto freddamente che l’interruzione di gravidanza della paziente è andata storta per un rischio non ponderabile e ha subito aggiunto: “in futuro bisogna studiare un sistema per marchiare il feto, ad esempio con un colorante”!!! Insomma piuttosto che fermarsi almeno un secondo e domandarsi cosa quanto tragicamente accaduto significhi e richiami, subito la corsa ad abolire l’errore, perché non si ripeta!
In realtà poi quanto è accaduto è venuto alla luce solo perché la madre ha denunciato l’ospedale per la perdita della figlia sana, altrimenti sarebbe rimasta una delle tante tragiche storie riguardanti vite mai nate, bambini mai accolti e “spariti” nel silenzio e nella connivenza di molti.
L’Osservatore Romano è intervenuto con parole molto forti e profondamente ragionevoli: «Nessun uomo ha diritto di sopprimere un’altra vita. Nessuno uomo ha il diritto di sostituirsi a Dio. Per nessuna motivazione. Eppure innocenti continuano a morire». Come a Milano, dove «sono morte due bambine», entrambe «uccise nelle conseguenze di un aborto selettivo». Continua l’organo vaticano: «È l’eugenetica che impone le sue leggi. È la cultura della perfezione che impone di escludere tutto ciò che non appare bello, splendente, positivo, accattivante. E quello che si apre è il vuoto, il deserto di una vita priva di contenuti anche se confezionata a perfezione». «Purtroppo il timore – conclude l’Osservatore – è che una politica troppo presa da sciocchezze varie finisca per definire sciocchezze, come è suo costume talvolta, quelle che sono, o che possono tramutarsi, in disperanti tragedie».
Si sta facendo un uso sempre più perverso e distorto della legge 194, con la conseguente nascita di bambini apparentemente perfetti, e la procurata morte di quelli con problemi (più o meno gravi, più o meno affrontabili): in Italia, si vantano in molti, non nascono quasi più bambini handicappati.
Occorre guardare questa palese atrofizzazione del senso morale, questa totale negazione dell’evidenza naturale e ragionevole della vita come dipendenza dal Creatore.
Occorre prendere consapevolezza del fatto che tutto sembra possa essere possibile, che nulla sembra quasi più spaventare e scandalizzare!
Occorre domandarsi perchè tante madri si sentano incapaci di affrontare la nascita di un figlio “anormale” o malato, giungendo al punto di preferire l’aborto, anche quando tali tecniche non assicurino né l’effettiva anormalità del feto né la riuscita dell’aborto.
Occorre prendere consapevolezza del fatto che la legge 194 sull’interruzione di gravidanza sia ormai diventata un colabrodo, un testo che in alcune sue parti non è mai stato attuato, in altre è male applicato, e in altre ancora è tranquillamente violato!
(Serve un tagliando alla 194)