“Caritas in Veritate”
“Come sapete, verrà prossimamente pubblicata la mia Enciclica dedicata proprio al vasto tema dell’economia e del lavoro: in essa verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale”.
Con queste parole il Santo Padre Benedetto XVI, durante il Discorso alla Fondazione “Centesimus Annus – Pro Pontefice” pronunciato lo scorso 13 giugno, ha annunciato la prossima pubblicazione della sua nuova Enciclica sociale “Caritas in Veritate”. La data della firma sarà quella del 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo, e la divulgazione è prevista entro la prima settimana di luglio, proprio in concomitanza con il G8 de L’Aquila.
“La crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo, mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni”. Così nello stesso Discorso il Papa ha descritto l’oggetto di approfondimento della Sua Enciclica che in realtà viene pubblicata in ritardo rispetto a delle previsioni fatte precedentemente. Ma le ragioni di tale ritardo nella stesura le ha spiegate proprio il Papa, il quale, tornando dal viaggio in Africa del marzo scorso, avvertì i giornalisti che avrebbe dovuto, insieme ai suoi esperti, lavorare di nuovo sull’Enciclica per adattarla alle nuove sfide poste dalla crisi economica mondiale.
Ventiquattro anni fa, precisamente il 23 novembre 1985, Ratzinger profetizzava che un’economia priva di fondamento religioso ed etico era destinata al collasso. In questo momento di così grave crisi economica, in cui tante famiglie in tutto il mondo possono toccare con mano proprio questo collasso, ancor più trepidamente è attesa una Enciclica sociale.
“È dovere della Chiesa denunciare gli errori fondamentali che si sono oggi mostrati nel crollo delle grandi banche americane” ha affermato il Santo Padre rispondendo ad un Sacerdote della Diocesi di Roma lo scorso 26 febbraio. “L’avarizia umana è idolatria che va contro il vero Dio ed è falsificazione dell’immagine di Dio con un altro Dio, Mammona. Dobbiamo denunciare con coraggio ma anche con concretezza, perché i grandi moralismi non aiutano se non sono sostenuti dalla conoscenza della realtà, che aiuta a capire che cosa si può in concreto fare. Da sempre la Chiesa non solo denuncia i mali, ma mostra le strade che portano alla giustizia, alla carità, alla conversione dei cuori”. Nella assoluta certezza che “anche nell’economia la giustizia si costruisce solo se ci sono i giusti”. E che “costoro si formano con la conversione dei cuori”.