Benedetto XVI a Loreto
Giovedì 4 ottobre, il Santo Padre Benedetto XVI vivrà un pellegrinaggio a Loreto per affidare alla Madonna l’Anno della fede che inizierà l’11 ottobre.
Il 4 ottobre di 50 anni fa, il beato Papa Giovanni XXIII, si recò a Loreto per affidare alla Madonna l’apertura del Concilio Vaticano II, che sarebbe avvenuta l’11 ottobre successivo.
Nella memoria del grande evento che il Concilio è stato per la Chiesa e il mondo intero, Benedetto XVI, considerando il presente, ha voluto indire un Anno della fede, in cui ci accompagnerà particolarmente a riscoprire e ad approfondire le ragioni della nostra fede, la bellezza del nostro essere cristiani.
A 50 anni da quello storico viaggio di Giovanni XXIII (il primo viaggio in treno di un Pontefice al di fuori del Vaticano, un viaggio che ha dato inizio ad una presenza del Papa molto più prossima alla gente e alla gente di ogni paese) Benedetto XVI torna anche lui a Loreto.
Papa Benedetto XVI arriverà alle ore 10:00 in elicottero nella piana di Montorso e alle ore 11.00 celebrerà sul sagrato della Basilica di Loreto la Santa Messa, che sarà trasmessa in diretta televisiva, insieme al segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, a mons. Salvatore Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, e mons. Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi.
“L’arcivescovo di Loreto e delegato pontificio, mons. Giovanni Tonucci, ha spiegato i motivi della visita: «Si vuole commemorare la visita di Giovanni XXIII, il primo papa a uscire dal Vaticano dai tempi dell’Unità d’Italia, per invocare la protezione della Madonna sul Concilio Vaticano II, ma si vuole anche riflettere sul Concilio 50 anni dopo e rinnovare un impegno. Non a caso pochi giorni dopo si apre il Sinodo dei vescovi, dedicato all’evangelizzazione nell’anno della fede. Ripetendo il gesto di Papa Roncalli, questo pellegrinaggio vuole rinnovare l’impegno a riflettere sulla nuova evangelizzazione… Il Papa a Loreto troverà proprio quella Chiesa nata dal Concilio Vaticano II, che non è stato né una rivoluzione né una distruzione, è stato un cammino di rinnovamento forte e bello ma nella stessa Chiesa. Quelli che come me hanno vissuto il prima e il dopo si sentono in casa loro nella stessa Chiesa: io non ho mai sofferto di una cosiddetta ‘crisi post-conciliare’ e credo che il Papa troverà questo, la vivacità di una Chiesa che attorno al santuario di Maria vive con la stessa intensità, la stessa devozione, ma forse con maggiore profondità di prima. Il gesto che fece il Papa, che fu un gesto profetico, ha aperto la stagione dei viaggi dei papi fuori da Roma e sappiamo cosa ha voluto dire per Paolo VI, Giovanni Paolo II e adesso anche per papa Benedetto XVI: una nuova forma di presenza e di evangelizzazione. Mi auguro che questo gesto serva anche a rinnovare questa ricchezza di fede e di vitalità che è il dono del Concilio, che il Papa con molta saggezza sta cercando di riproporre perché è ancora un messaggio completamente nuovo, completamente da riscoprire».
E dopo 50 anni risuonano ancora profetiche le parole di papa Giovanni XXIII pronunciate nella città lauretana: «Alla vigilia del Concilio Vaticano II, ecco l’umile Successore di Pietro aggiungersi con gesto discreto ai molti che l’hanno qui preceduto. L’odierna peregrinazione apostolica a questo antico e venerato santuario vuol porre suggello alle suppliche che in tutti i templi del mondo, di oriente e di occidente, e nei sacri recessi del dolore e della penitenza, si sono elevate a Dio per il felice svolgimento della grande assise ecumenica; e vuol simboleggiare altresì il cammino della Chiesa verso le conquiste di quella spirituale dominazione, fatta nel nome di Cristo, che è luce delle genti; dominazione che è servizio ed amore fraterno, sospiro di pace, ordinato e universale progresso… L’odierno incontro, sotto lo sguardo benedicente di Maria, Ci suggerisce tre pensieri, cui la basilica stessa, glorificazione del segreto di Nazareth, allude e ne celebra i fasti. Il mistero della Incarnazione del Verbo e della sua vita nascosta è tutto un cantico in lode della famiglia, in lode del lavoro umano. L’Incarnazione del Verbo è motivo di preghiera nell’ora dell’Angelus Domini, recitato dalle anime pie, sparse nel mondo. Questa contemplazione, che Ci è tanto familiare, di qua particolarmente vuol prendere slancio per invitare gli uomini a riflettere su quel congiungimento del cielo con la terra, che è lo scopo della Incarnazione e della Redenzione; e dunque, in concreto è lo scopo anche del Concilio Ecumenico, che vuol estenderne sempre più il raggio benefico, in tutte le forme della vita sociale»” (tratto da korazym.org).