Ancora barbarie contro i cristiani!
Violenza, odio e ancora morti e arresti sospetti perpetuati in tutto il mondo contro i cristiani: sebbene nella stragrande maggioranza dei casi questi tristi episodi rimangono sconosciuti all’opinione pubblica, nel resto del mondo si continua a morire perché non si ha il diritto di professare il proprio credo, solo per il semplice fatto di essere cristiani.
Il 24 luglio si è diffusa la notizia che in Vietnam la polizia ha ostacolato con la forza e ha arrestato un gruppo di cattolici che stava costruendo una struttura provvisoria accanto alla chiesa in rovina della parrocchia di Tam Toa, nella città di Dong Hoi. Circa cento poliziotti e agenti di sicurezza sono arrivati e hanno impedito loro di continuare. Quanti opponevano resistenza sono stati picchiati e sono stati usati gas lacrimogeni.
“Più di venti cattolici sono stati aggrediti, fatti salire su veicoli militari e arrestati”, ha dichiarato il segretario della Diocesi di Vinh, padre Antoine Pham Dinh Phung.
Gli agenti, informa l’agenzia UCANews, hanno portato via la croce di legno e attaccato alcune donne che cercavano di evitare che ciò accadesse. Sono stati sequestrati anche altri materiali da costruzione e due generatori di corrente.
Anche in Iraq i cristiani continuano a morire.
Poco dopo le 19.00 di domenica 12 luglio un’autobomba è esplosa davanti ai cancelli della Chiesa Caldea di Santa Maria in Palestine Street, a Baghdad. L’esplosione è avvenuta mentre i fedeli uscivano dalla Messa. Diversi i morti e feriti. L’esplosione ha fatto seguito ad altri attentati presso altre tre chiese a Baghdad, intorno alle 16.30. Persecuzione e violenza hanno costretto nel corso degli ultimi sei anni più di 200.000 cristiani a fuggire nei Paesi vicini inclusi Giordania, Siria e Turchia, mentre oltre 50.000 hanno cercato rifugio nel nord dell’Iraq.
Nel Nord Corea le cose non vanno di certo meglio.
Si tratta di un Paese di cui si parla poco e solo in occasione delle serie vicende relative al possesso di armi atomiche. Una nazione, guidata da un regime dittatoriale comunista, che vanta un triste primato: i coreani sono stati descritti come uno dei popoli più brutalizzati del mondo, a causa delle severe restrizioni imposte alla loro libertà e non solo! Sembra infatti che il governo sperimenti armi chimiche e biologiche su esseri umani, con una speciale “predilezione” per “bambini disabili fisici e mentali”.
Un clima di terrore, dunque, in cui si è consumata il 16 giugno un’ultima drammatica vicenda, di cui si è avuta notizia solo in questi giorni: una donna cristiana, Ri Hyon-ok di 33 anni, è stata pubblicamente giustiziata perché distribuiva copie della Bibbia ed era, secondo la polizia, una spia di Seoul e Washington. I genitori, il marito e i figli sono stati rinchiusi in un campo per prigionieri politici. Il regime nord-coreano dichiara con questo atto “guerra contro le religioni”.
Ancora persecuzioni anche in India, dove adesso, oltre ai fondamentalisti islamici, anche
alcuni gruppi protestanti nel nord-est dell’India stanno ostacolando migliaia di persone per evitare che si convertano al cattolicesimo. A sostenerlo è Vescovo Jose Mukala di Kohima che ha parlato di alcune comunità battiste e di gruppi evangelici che operano nella regione, a prevalenza cristiana, che negano a molte persone la libertà di religione.
E sempre sulla libertà in Turchia la situazione sembra essere alquanto preoccupante. In questa realtà tanto vicina ma anche tanto lontana da noi per tradizione e cultura, malgrado le pressioni dell’Unione Europea, si continua a indugiare sulla libertà religiosa.
Notizie alquanto drammatiche anche dalla Somalia lo scorso 10 luglio: sette persone sarebbero state decapitate in perché accusate di essere delle spie. Un parente delle vittime, secondo quanto riferito da agenzie e siti web, avrebbe spiegato: “Gli Shabaab ci hanno detto di averli decapitati per il fatto che erano cristiani e spie”. L’esecuzione è avvenuta nei pressi della città di Baidoa. Non è la prima volta che il gruppo estremista esegue condanne capitali, ma sette decapitazioni in giorno solo, non era mai accaduto.
L’elenco potrebbe ancora continuare, passando per i Paesi come la Cina dove le tremende condizioni dei cristiani sono note a tutto il mondo, a Paesi come il Malaysia, che faremmo fatica a collocare con immediatezza sulla cartina geografica, da dove invece arrivano notizie di arresti di giovani cristiani con l’accusa di voler convertire altri giovani musulmani.
Tante sono le difficoltà che i cristiani del mondo si trovano a far fronte quotidianamente, solo per il fatto di essere cristiani.
Come è possibile che simili notizie siano quasi del tutto assenti dall’informazione di giornali e tg sempre più intenti e attenti al gossip nazionale e internazionale e così “distratti” su questioni di questa portata?
Occorre che politici, intellettuali e opinione pubblica finalmente rivolgano una nuova e vigorosa attenzione al tema della libertà religiosa quale caposaldo della civiltà dei diritti dell’uomo e come garanzia di autentico pluralismo e di vera democrazia. “La libertà religiosa infatti – ha affermato il Card. Bagnasco nella Prolusione del Consiglio permanente della CEI del settembre scorso – non è un optional più o meno gentile che gli Stati concedono ai cittadini più insistenti, né una concessione paternalisticamente riconducibile al principio della tolleranza”. “La libertà religiosa – ha continuato il Presidente della CEI – è piuttosto il caposaldo delle libertà ed il criterio ultimo di salvaguardia delle stesse, in quanto iscritto nello statuto trascendente della persona e nella indisponibilità di questa rispetto a qualsiasi regime e a qualsiasi dottrina”.
Tutta la Chiesa, come ha affermato il Santo Padre Benedetto XVI all’Angelus del 1 gennaio 2007, ammira l’esempio dei fratelli cristiani perseguitati e di quelli che mantengono la propria fedeltà alla Sede di Pietro senza cedere a compromessi, a volte anche a prezzo di gravi sofferenze e prega “perché essi abbiano la forza di perseverare, sapendo che le loro tribolazioni sono fonte di vittoria, anche se al momento possono sembrare un fallimento”.