“The Lost Tomb of Jesus”: un’operazione di marketing e un caso di fanta-archeologia
Ci risiamo! Ancora una volta, con l’avvicinarsi della Santa Pasqua, gli intellettuali e studiosi di turno ci sommergono con le loro teorie sulla reale esistenza di Gesù, sulla sua vita e sul suo operato.
Senza andare indietro di chissà quanto tempo, nel 2005 era toccato a Dan Brown propinare il suo pensiero con il best seller “il Codice Da Vinci”. Ma adesso si sta andando oltre!
È di appena una settimana fa l’annuncio da parte di Discovery Channel, canale americano che si occupa di documentari, di voler mandare in onda una ricerca dal titolo “The Lost Tomb of Jesus”, “La tomba perduta di Gesù”, curato e prodotto da James Cameron, il regista del “Titanic”.
Cerchiamo di capire di che cosa si tratta.
Cameron presenta nel suo lavoro 2 antichi ossari. Gli ossari erano i luoghi dove venivano raccolti i resti dei defunti un anno dopo la sepoltura. I 2 ossari del documentario erano già stati scoperti nel 1980 durante i lavori di costruzione di un condominio a Talpiot, quartiere a nord di Gerusalemme.
In questa tomba, che è ben lontana dal Santo Sepolcro, il luogo venerato come sepoltura di Gesù e identificato come tale fin dai primissimi secoli, sono state ritrovate ossa con l’incisione di alcuni nomi. Dopo venti anni di studio si è pervenuti alla decifrazione. I nomi che sono riportati sono: Gesù figlio di Giuseppe, Maria, una seconda Maria, Matteo, un altro Giuseppe e infine Giuda. Un gruppo familiare qualsiasi, nomi comunissimi nella Palestina dei primi secoli dell’era cristiana, che, a ragione, non potrebbero essere in alcun modo collegati al Cristo.
Ma Cameron non la pensa così! Secondo lui quelle sono le ossa della famiglia di Gesù, che, sempre secondo il regista, si sarebbe sposato con Maria Maddalena e avrebbe avuto da lei dei figli.
Per dar forza e credito alla sua “strabiliante” scoperta, Cameron intende presentare i risultati del test sul Dna.
A questo punto sorge spontanea una domanda: ma con quale altro Dna l’avrà comparato? È noto a tutti il fatto che attualmente non esistono frammenti di DNA di Gesù!
Diverse, per fortuna, sono le voci autorevoli che screditano questa teoria.
Michele Piccirillo, l’archeologo francescano che da una vita studia i reperti della Terra Santa, afferma dalle pagine de Il Giornale quanto segue: “Ogni Natale e ogni Pasqua arrivano queste baggianate. Questa presunta scoperta è una bufala: sarebbe come scavare in un cimitero italiano e credere di aver trovato il corpo di Mussolini perché su una tomba si è trovato il nome Benito. Qualche tempo fa ci avevano provato dicendo di aver individuato la tomba di Caifa oppure la grotta di Giovanni il Battista.(…) È da tempo che si gioca con i nomi e di questo passo non mi stupirei se qualcuno affermasse di aver trovato anche le ossa di Dio. Noi francescani in Terra Santa una volta eravamo accusati di essere inventori di santuari, creduloni. Adesso invece siamo i difensori della scienza, contro i parolai che ogni anno propongono assurde «scoperte». Ci vedo purtroppo una strategia, motivata da scopi economici. Che in questo caso si traduce anche in un attacco al cristianesimo. Nulla, proprio nulla, ci dice che quegli ossari siano legati in qualche modo a Gesù di Nazareth. Mentre le fonti che identificano il luogo del sepolcro di Cristo sono pre-bizantine. Se la storia si fa con i documenti, non possiamo non tenerne conto. Già Eusebio e Girolamo scrivevano che l’imperatore Adriano aveva voluto seppellire il luogo dove si venerava la resurrezione di Gesù costruendoci sopra un tempio pagano. Costantino, tra il 325 e il 335, farà abbattere quella costruzione e dagli scavi emergerà il Santo Sepolcro”.
Al coro di proteste che, come spesso accade in questi casi, non viene granché preso in considerazione, si aggiunge la voce di Amos Kloner, docente all’università Bar-llan e archeologo ufficiale del distretto di Gerusalemme, nonché responsabile degli scavi che hanno portato alla luce la tomba. Egli non dà credito all’operazione, sostenendo che si tratta solo di una mossa per ricavarne dei soldi, una vera e propria montatura pubblicitaria, frutto di un eccellente lavoro di fantasia, che non ha nulla a che vedere con la realtà.
Ben Witherington, autore di “What Have They Done With Jesus?” e professore di Nuovo Testamento all’ Asbury Theological Seminary, spiega: “Queste sono vecchie notizie con una nuova interpretazione. Noi sappiamo di questa tomba dal 1980, data in cui è stata scoperta”.
Witherington, insieme ad altri esperti di Sacra Scrittura ed archeologi, dichiara che diverse sono le ragioni per dubitare della credibilità del documentario.
Egli sostiene che:
– Non c’è nessuna evidenza mediante DNA che quelle ossa siano del Gesù di Nazareth storico.
– L’analisi statistica è inaffidabile.
– Il nome Gesù era molto comune nel primo secolo, e compare in altre 98 tombe e in 21 ossari.
– Non c’è nessuna prova storica che Gesù si sia mai sposato o che abbia avuto figli.
– I primi seguaci di Gesù non lo hanno mai chiamato “Gesù, figlio di Giuseppe”.
– E’ altamente improbabile che Giuseppe, deceduto in Galilea, sia stato sepolto a Gerusalemme, perchè le cronache storiche lo collegano solamente a Betlemme e a Nazareth.
– La tomba e l’ossario di Talipot sembrano appartenere ad una famiglia ricca, e ciò non si accorda a quanto sappiamo storicamente sulla famiglia di Gesù.
– Eusebio, lo storico della Chiesa del IV secolo, scrive che il corpo di Giacomo era sepolto vicino al monte del tempio ed era visitato dai pellegrini nei primi secoli. Ciò rende molto improbabile che la tomba di Talipot sia quella della famiglia di Gesù.
– Gli ossari delle due Maria non accennano minimamente a qualcuna da Magdala; semplicemente hanno il nome di Maria, che era uno dei nomi femminili più comuni all’epoca.
– Da tutti i racconti antichi, la tomba di Gesù era vuota, rendendo molto improbabile che il corpo fosse stato spostato in un’altra tomba, facendo putrefare il corpo per anni per poi mettere le ossa in un altro posto.
Come abbiamo visto, quindi, non c’è bisono di scomodare la religione per screditare questa nuova teoria.
Le argomentazioni portate dai suddetti studiosi prescindono infatti dalla fede religiosa.
Allora viene da chiedersi il perché di questo nuovo attacco, perché tanta ambizione nel dimostrare l’esistenza di una tomba di Gesù.
Le motivazioni sono probabilmente correlabili alla brama di denaro, che spinge a mettere da parte anche il buon senso e la ragione, o all’ambizione senza freni di voler attaccare il dogma della Resurrezione su cui si fonda il Cristianesimo, una religione che smuove le coscienze e dà fastidio a molti.