“Gesù di Nazaret”
C’è grande attesa per la presentazione ufficiale, il 10 marzo, e l’uscita in libreria, l’11 marzo, del nuovo libro di papa Benedetto XVI, intitolato Gesù di Nazaret.
Il testo si compone di 348 pagine ed è stato tradotto in contemporanea in sette lingue: tedesco, italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e polacco. La Libreria Editrice Vaticana, d’intesa con l’Editore Herder di Friburgo, che ha curato l’edizione principe del volume, ne ha anticipato oggi alcuni brani. Esse riguardano, in particolare, le seguenti sezioni: ”Il mistero del traditore” (quarto punto del capitolo terzo, dal titolo ”La lavanda dei piedi”); ”La data dell’ultima cena” (primo punto del capitolo quarto, dal titolo ”L’Ultima Cena”); ”Gesù davanti a Pilato (terzo punto del capitolo settimo, dal titolo ”Il processo a Gesù ”).
Nel libro – che esce quattro anni dopo la prima parte del Gesù di Nazaret, pubblicato nell’aprile 2007 – Ratzinger riflette sugli eventi della Passione, morte e resurrezione di Cristo.
Il testo attraversa l’ultima parte della vita di Gesù: dall’ingresso in Gerusalemme alla fine del Tempio, dalla profezia e l’apocalisse fino alla lavanda dei piedi, dove troviamo la parte dal titolo “Il mistero del traditore”. Il libro prosegue con i capitoli del “Getsemani” e de “Il processo a Gesù”, che si chiude con “Gesù davanti a Pilato”. Si arriva quindi al racconto della Passione, alla Crocefissione e deposizione di Gesù nel sepolcro e al capitolo ultimo sulla Resurrezione dalla morte e sul suo significato storico, per concludere la narrazione sulle prospettive riassunte nelle parole “E’ salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria”.
Già numerosi sono i commenti in merito a due passaggi significativi: la morte e l’identità degli accusatori di Gesù. La morte viene letta non come “maledizione”, ma come via di “redenzione” e “salvezza” per tutti; mentre riguardo la seconda tematica il Santo Padre chiarisce una volta per tutte che in ogni caso nei Vangeli non è indicato il popolo degli ebrei come responsabile della condanna.
L’ambasciata di Israele presso la Santa Sede ha diffuso, attraverso le parole dell’ambasciatore Mordechay Lewy la seguente dichiarazione:
“Accogliamo con tutto il cuore l’enfasi rimarcata dal Papa nel suo nuovo libro, in cui solleva gli ebrei dalla responsabilità per la morte di Gesù. Le sue parole sono coerenti con la politica ufficiale della Chiesa a partire dalla dichiarazione “Nostra Aetate” del 1965. Inoltre è una conferma della ben nota posizione del Papa a favore del popolo ebraico e dello stato d’Israele. Non dovremmo dimenticare che senza la “Nostra Aetate” non ci sarebbe stato un processo di riconciliazione tra ebrei e cattolici da una parte e Santa Sede e Israele dall’altra. Speriamo che questo suo atteggiamento positivo sia di ispirazione per più di un miliardo di cattolici sparsi in tutto il mondo”.
Attendiamo con trepidazione questa ultima fatica del nostro amato Papa, certi che ancora una volta sarà in grado di sorprendere i nostri cuori e di renderci ancora più consapevoli dell’amore infinito di Gesù per noi, particolarmente nel Mistero doloroso della sua Passione.