“Educare alla pienezza della vita”
Domenica 6 febbraio si celebra in tutte le chiese del mondo la XXXIII Giornata Mondiale per la vita. Come sempre, anche quest’anno il Consiglio Episcopale Permanente ha reso già da tempo noto il suo Messaggio: esso, oggi più che mai, coglie le preoccupazioni attuali e le sfide continue cui la vita, dal concepimento sino alla morte, è sottomessa, ridando un giudizio necessario ed oggettivo per tutti, credenti e non.
Mai come in questi ultimi mesi la cronaca ci ha parlato di morte: giovani ragazze uccise crudelmente spesso in quell’alveo che dovrebbe, invece, proteggere, quale la famiglia; neonati sottoposti a violenze, dimenticati, ridotti in fin di vita spesso uccisi. Per non parlare poi dei continui attacchi alla vita nascente a causa della piaga mondiale dell’aborto o attraverso le vie traverse di norme e leggi che strumentalizzano l’embrione quasi fosse un giochino; o alla incalzante cultura della “morte” che non perde occasione per riporre le fondamenta per chiedere norme che decidano “a priori” quando una vita è degna di essere vissuta e quando non lo è più.
Si legge in un passaggio del messaggio: “Cogliamo in questo il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: «l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa» (Gaudium et spes, n. 36).”
Anche attraverso questa giornata tutti siamo richiamati a non rimanere indifferenti a queste gravi tragedie quotidiane: proprio nel messaggio si afferma che la causa di questa “crisi” è la mancanza di un’educazione alla vita da intendersi come riconsiderazione della vita dell’uomo e della sua importanza, dalla nascita alla morte. Siamo proprio richiamati a ricomprendere il vero valore della vita di ciascuno di noi. «L’uomo – afferma Benedetto XVI – è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace» (Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 6 agosto 2010, n. 1).
Solo da questo potrà ripartire il desiderio di riaffermare la bellezza della vita, e quindi di educarne alla pienezza…
Per questo affidiamo questa Giornata e tutto il mondo e le sue sofferenze a nostra Madre, Maria, chiedendo di aprire sempre di più il nostro cuore per proseguire questo compito educativo rendendoci “seminatori di speranza in questi tempi difficili ed entusiasmanti.”