
Anno IX-Numero 3/2011
NON C’E’ NIENTE
DI PIU’ BELLO
che essere raggiunti,
sorpresi dal Vangelo,
da Cristo
NON C’E’ NIENTE
DI PIU’ BELLO
che conoscere Lui
e comunicare agli altri
l’amicizia con Lui
Benedetto XVI
NON C’È NIENTE DI PIÙ BELLO
di Barbara Braconi
Gesù non ha fondato un luogo accademico o una grande università dove imparare un discorso, una dottrina o un insieme di verità, ma ha fondato la Chiesa, un luogo vivo, una compagnia viva, una comunione dove fosse possibile incontrare la Sua presenza viva.
E già, perché il cuore non si accalora per quattro slogan o per qualche discorso imparato bene. Questo nostro cuore incessantemente assetato non ha bisogno di un discorso per venire soddisfatto, ma dell’esperienza di una Presenza reale capace di investirlo e corrisponderlo realmente e continuamente.
RIEMERGE IL CUORE NEL SUO BATTITO ORIGINALE
di Nicolino Pompei
È sempre necessario approfondire il giudizio della piena corrispondenza ritrovata nel momento dell’incontro con Gesù e continuamente sperimentata nel rapporto con Lui. Riprendiamo questo brano della relazione di Nicolino al nostro XVII Convegno, perché ci conduca a verificare in noi l’esperienza di quella Presenza che investe e colpisce il cuore, facendolo emergere nel suo battito originale e nella sua attesa infinita. È proprio la caratteristica dell’incontentabilità, mai fino in fondo manipolabile, che rende il cuore oggettivo nel giudicare corrispondente alla sua natura solo la Presenza del Mistero che lo ha fatto per Sé. Accogliamo la testimonianza della Samaritana – insieme a quella di san Paolo, che ha particolarmente segnato il nostro cammino di quest’anno – come un’ulteriore occasione, piena di una Grazia tenerissima, perché il nostro rapporto con Cristo sia nella medesima esperienza di attrattiva e profondità del nostro essere.
GESÙ DI NAZARET
Una testimonianza commovente, affascinante, liberatrice
a cura di Elisabetta Massa
Il 10 marzo scorso è stato ufficialmente presentato “Gesù di Nazaret”, l’ultimo grande lavoro del Santo Padre Benedetto XVI sugli eventi della passione, morte e resurrezione di Cristo. Il testo – che esce quattro anni dopo la prima parte – riporta significativamente la doppia firma “Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”, proprio a sottolineare che a scrivere non è solo il Capo della Chiesa, ma è anzitutto il credente Joseph. Non si tratta quindi di un’opera di magistero, ma è il frutto del lavoro personale di un uomo che, razionalmente e liberamente guidato dalla fede, si è messo di fronte alla vita del Salvatore, di fronte a Colui che “tiene le sue mani stese su di noi”, per comprenderne, e lasciar comprendere a tutti gli uomini, la persona ed il messaggio. Come introduzione e aiuto alla lettura di questo testo, pubblichiamo la parte centrale dell’intervento che il card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, ha tenuto alla presentazione del libro alla Sala Stampa Vaticana
CARITAS IN VERITATE
Forse che l’uomo non ci interessa?
Non è piuttosto il nostro dovere alzare la voce per difendere l’uomo?
a cura di Francesca Bellucci ed Eliseo Pellicciotti
La nostra redazione, in collaborazione con l’associazione culturale “Homo Viator”, ha proposto un breve ciclo di incontri per approfondire la prima enciclica sociale del Santo Padre Benedetto XVI “Caritas in Veritate”. Gli incontri si sono svolti all’Auditorium comunale “G. Tebaldini” di San Benedetto del Tronto; il 20 maggio è intervenuta la prof.ssa Flaminia Giovanelli, Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, mentre il 3 giugno l’incontro è stato tenuto dal prof. Alberto Niccoli, docente di Politica Economica all’Università Politecnica delle Marche. Riportiamo alcuni passaggi del lavoro vissuto.
SIAMO INFATTI OPERA SUA
…creati in Gesù Cristo per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo
a cura di Federica Astraceli
Il 25 Giugno è stata ufficialmente presentata la nuova sede del Centro per l’Infanzia Nennolina, ubicata nel quartiere Tesino Village di Grottammare. L’opera, pensata per i bambini dai 4 ai 36 mesi, nasce come un servizio educativo proposto dalla Cooperativa Veritatis Splendor che da 10 anni opera sia a San Benedetto che ad Ancona anche attraverso altri servizi, quali il doposcuola e i centri estivi.
Questa grande occasione ha visto la presenza del Vescovo Mons. Gervasio Gestori, con la sua forza benedicente di padre e pastore della chiesa locale. Hanno visitato i nuovi locali del Centro anche il sindaco di Grottammare Luigi Merli, l’assessore alle politiche sociali Daniele Mariani, l’assessore provinciale allo sport Filippo Olivieri, il consigliere Simone Splendiani. Pubblichiamo la testimonianza della coordinatrice e delle educatrici del nuovo Centro per l’Infanzia.
SANTI DELL’UNIFICAZIONE D’ITALIA
A ragione l’Italia, celebrando i centocinquant’anni della sua unità politica, può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa
a cura di Paolo Vallorani
Continuando a rivolgere l’attenzione verso il Risorgimento e l’unificazione italiana, presentiamo alcuni tratti della vita della Serva di Dio Maria Clotilde di Savoia (1843-1911) e del Servo di Dio don Carlo Amirante (1852 -1934). Quale legame c’è fra due persone di cui è in atto il riconoscimento della loro santità di vita e i fatti relativi all’unità nazionale? Le esistenze di Maria Clotilde e don Carlo si sono “intrecciate” con alcuni dei momenti considerati cruciali, decisivi per l’attuazione dell’unificazione italiana e del suo completamento. I fatti di cui si darà conto, sembra siano stati “avversi” alle loro esistenze e alle loro aspirazioni profonde. Eppure considerando la vita di ciascuno di loro due, si può ricavare che essi hanno usato correttamente ed adeguatamente della loro ragione nel suo vero dinamismo – che impariamo – è solo nell’esigenza e nell’apertura a rendersi conto di ciò che incontra e in cui si imbatte nell’esperienza della realtà. Essi hanno davvero accolto ciò che si sono trovati a vivere, lì hanno incontrato il volto del Signore Gesù, lo hanno accolto, hanno aderito a Lui, gli hanno consegnato tutta la loro vita e il loro umano. Così facendo hanno contribuito a costruire una civiltà veramente adeguata agli uomini, molto più di quanto all’epoca ha fatto chi in ogni modo ha cercato di mettere “all’angolo” la Chiesa Cattolica e i suoi figli.
FU SUA VENTURA VIVER MATTO E MORIR SAGGIO
a cura di Arianna Battisti
La lotta tra realtà ed immaginazione nel don Chisciotte di Miguel de Cervantes Saavedra, che dopo una vita dedita al sogno, finirà i suoi giorni finalmente saggio. A quella realtà che stentava a vivere Don Chisciotte si consegnerà nei suoi ultimi istanti di vita, fuggendo con orrore quei sogni farneticati all’inizio, causa di stoltezza e pericoli, permettendo alla misericordia di Dio di perdonare le sue scelleratezze e permettendo al suo io, dopo l’impresa “d’aver vissuto pazzo”, la gran avventura di “morir saggio”.
GRAZIE SIGNORE, CHE M’HAI DATO IN TUO
NOME TANTI FRATELLI PER VENIRE FINO A TE
a cura di Moina Maroni
Da come vi amerete Mi riconosceranno – diceva Gesù ai Suoi Amici in quell’Ultima Cena con loro. L’unità è da sempre il carisma dei Suoi. E l’unità è il dono che Nicolino ci ha particolarmente raccomandato, a conclusione del cammino dell’Eco di quest’anno, come il segno più caratterizzante la nostra vera tensione ad affermare Gesù.
Pubblichiamo insieme alcune testimonianze che in questi mesi abbiamo ricevuto e che sono per noi un segno particolare e struggente del miracolo della nostra Amicizia a noi impossibile.
IL MAGISTERO DI BENEDETTO XVI
La Santità
Udienza del 13 aprile 2011
Beatificazione di Giovanni Paolo II
Omelia del 1° Maggio 2011
Solennità del Corpus Domini
Omelia del 23 giugno 2011