E DIO VIDE CHE ERA COSA BUONA…
La mostra nasce dal desiderio di approfondire l’insegnamento di Benedetto XVI e del Beato Giovanni Paolo II sul rapporto tra uomo e ambiente, questione molto presente nel dibattito odierno. Afferma, infatti, Benedetto XVI che: “Se la natura, e per primo l’essere umano, vengono considerati come frutto del caso o del determinismo evolutivo, la consapevolezza della responsabilità si attenua nelle coscienze. Nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell’intervento creativo di Dio, che l’uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni — materiali e immateriali — nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso. Se tale visione viene meno, l’uomo finisce o per considerare la natura un tabù intoccabile o, al contrario, per abusarne” (Caritas in Veritate, 48).
La mostra è divisa in due sezioni: nella prima, attraverso immagini e citazioni si è accompagnati a contemplare la bellezza del creato nei diversi ambienti naturali, che suscita – in chi lo contempla – uno stupore e il semplice riconoscimento che esso ci precede e ci è donato da Dio come ambiente di vita, come espressione del disegno di amore e di verità del Creatore. “Dio ha fatto il mondo perché ci sia un luogo dove possa comunicare il suo amore dal quale la risposta d’amore ritorni a lui”, afferma Benedetto XVI.
La seconda sezione descrive alcuni aspetti del rapporto uomo-ambiente che particolarmente evidenziano gli equilibri esistenti all’interno degli ecosistemi e a livello globale sul nostro pianeta, mostrando, inoltre, alcune delle gravi conseguenze dovute ad un non adeguato intervento dell’uomo nell’ambiente naturale. Il degrado della natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana: quando l’«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio.