Una realtà drammatica… solo per fare alcuni esempi!
CAGLIARI
Nel gennaio 2014 la Commissione pari opportunità del Comune, presieduta da Elisabetta Dettori, ha deciso di destinare diecimila euro di fondi residui del 2013 a un progetto didattico che prevedeva corsi di educazione alle differenze di genere, di orientamento sessuale e rispetto delle minoranze nelle scuole elementari del capoluogo.
I genitori, coordinati dall’Associazione Famiglie Numerose, hanno preso coscienza di quanto ai loro figli iscritti alle scuole elementari sarebbe stato proposto come infiltrazione dell’ideologia gender sotto forma di educazione alla diversità ed all’orientamento sessuale, e sono stati protagonisti di una ferma resistenza.
PERUGIA
In Umbria in alcune scuole materne (da Città di Castello a Perugia, fino a Marsciano e Terni) sono stati distribuiti i libretti dell’Unar e alcune favole gay.
In particolare è stata diffusa una favola intitolata ‘Qual è il segreto di papà?’, cioè la storia di due uomini omosessuali che rivelano la loro relazione ai piccoli. I genitori delle scuole, che non sono stati neanche avvisati del progetto, hanno raccolto firme per bloccare l’attività diseducativa dell’asilo.
Simone Pillon, presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria ha dichiarato: “Visione antropologica ideologica, diffusa senza criteri scientifici…, imposta sui minori senza coinvolgere le famiglie e senza che progetti di questo tipo fossero previsti nei piani delle offerte formative delle scuole (…). Progetti come questo violano il codice civile, che invece assegna alle famiglie il diritto dovere di mantenere, istruire ed educare la prole. Fino a qualche anno fa, per cose del genere, si sarebbe incorsi nel reato di corruzione di minore”.
ROMA
“Margherita ha due mamme: Mery e Franci. Volevano una famiglia, ma mancava il semino. Franci si è fatta dare da una clinica olandese il semino donato da un signore gentile e l’ha messo nella pancia di Mery”. Parole semplici, corredate da illustrazioni dai colori pastello per “inculcare”, in modo accattivante, l’ideologia del gender tra i bambini già all’asilo nido. Il racconto è contenuto nel volumetto “Piccola storia di una famiglia” edito da Stampatello ed inserito, insieme ad altri testi che promuovono il gender, nel progetto educativo dell’asilo nido comunale del quartiere Bufalotta di Roma “Il Castello Incantato” all’insaputa dei genitori. L’obiettivo dichiarato, in linea con quanto prescritto dall’Oms e dall’Ue, è la lotta alla discriminazione e all’omofobia, o anche al bullismo, ma la strategia vera punta a decostruire nelle scuole gli stereotipi dei modelli familiari nella primissima infanzia. A denunciare l’episodio è stato il Comitato Articolo 26 costituito da famiglie, insegnanti, psicologi.
TRIESTE
Si chiama “Il gioco del rispetto” e lo finanzia la Regione. La fase pilota parte nel 2013 e coinvolge quattro scuole materne, una per provincia. In un secondo momento, su finanziamento del Comune di Trieste, viene proposto a tutte le scuole dell’infanzia comunali (68 le insegnanti formate). “Forniamo un kit didattico composto da una scatola di giochi, otto in tutto – spiega a IlFattoQuotidiano.it Lucia Beltramini, psicologa e responsabile scientifica del progetto – per esempio i bimbi e le bimbe sono invitati a scambiarsi i vestiti, ascoltare i battiti del cuore del compagno/a, rinominare gli spazi gioco dell’asilo, quello «del fare» piuttosto che «l’angolo del meccanico» o «la cucina», e poi c’è un gioco memory formato da carte in cui lo stesso mestiere è rappresentato da uomini e donne, come il casalingo e la casalinga. Già a due anni i bambini sono investigatori di differenze legate al sesso”.
VENEZIA
Prima dell’Unar, era Camilla Seibezzi, allora consigliere comunale a Venezia con delega ai diritti civili, a tentare di introdurre i principi basilari degli studi di genere tra i banchi. A fine 2013 lancia il progetto “Leggere senza stereotipi”, finanziato con diecimila euro, che prevede la distribuzione di 50 titoli di fiabe contro gli stereotipi di genere nelle biblioteche degli asili nido e delle scuole dell’infanzia del Comune. L’iniziativa suscita enormi polemiche e l’opposizione dell’assessore alle politiche educative Tiziana Agostini .
LUCCA
Per il secondo anno consecutivo Palazzo Ducale pubblica il bando “Educare alle differenze – Identità e stereotipi di genere”, grazie al quale le scuole di ogni ordine e grado possono ricevere finanziamenti da Provincia e Regione per proporre agli alunni percorsi formativi finalizzati, fra gli altri, ad “eliminare gli stereotipi associati al genere e favorire una equa distribuzione delle responsabilità familiari per una democrazia paritaria e la cultura del rispetto”.