Perché e cosa festeggiare
Anche oggi la Chiesa non può mancare di porre un giudizio, nel suo accorato interesse per la realtà e per l’uomo, proprio su queste Celebrazioni. Sul noto anniversario il Card. Bagnasco è intervenuto all’interno della sua ultima Prolusione al Consiglio permanente della CEI affermando da subito che la Chiesa non risparmierà “energie morali né culturali al fine di partecipare al significativo anniversario”. Consapevole del fervente scontro politico che sia in passato che oggi è scaturito da questo fatto storico, che ha segnato radicalmente il nostro Paese e che oggi è maggiormente fomentato dal clima di crisi economica, il Presidente della CEI si augura che “il dibattito che prenderà vita scaturisca da una coscienza storica avvertita, in grado di far confluire e infine ragionevolmente comporre in una cornice più ampia i punti di vista, le sensibilità, le esperienze. L’unità del Paese resta una conquista e un ancoraggio irrinunciabili: ogni auspicabile riforma condivisa, a partire da quella federalista, per essere un approdo giovevole, dovrà storicizzare il vincolo unitario e coerentemente farlo evolvere per il meglio di tutti”. Nessuna recriminazione, quindi, nessun riferimento critico al passato: l’unità del Paese è preziosa ora più che mai ed ogni scelta politica deve essere intrapresa per il bene complessivo del Paese e non può avere retaggi storici ed ideologici a cui si rimane ancorati per partito preso; si pensi alla difficile scelta del federalismo, che deve essere di sostegno all’unità italiana e all’autonomia dei poteri locali e non per rimarcare le differenze sociali, culturali ed economiche già note tra il Nord e il Sud. L’Unità d’Italia ha valorizzato le differenze degli uomini (vari gruppi etnici in ogni stato e regno) che raccoglieva in sé, proprio per trarre da ciascuna parte l’apporto necessario a formare un grande Paese, che già poteva vantare importanti imprese pre-unitarie, quali la fondazione di scuole ed università, scoperte scientifiche e mediche, i più grandi artisti e letterati a livello mondiale; per non parlare poi dell’oggettiva bellezza di tutto il territorio, dalle montagne al mare. Difatti come rileva il Card. Bagnasco non si tratta di un evento storico di altri tempi ma “l’anniversario è significativo non perché l’Italia sia un’invenzione di quel momento, ossia del 1861, ma perché in quel momento, per una serie di combinazioni, veniva a compiersi anche politicamente una nazione che da un punto di vista geografico, linguistico, religioso, culturale e artistico era già da secoli in cammino”. Anche per la Chiesa cattolica è una memoria sempre viva anche se è passata attraverso delle ingiustizie enormi che Bagnasco, giustamente, non ricorda; il cardinale invece sottolinea che “a nessuno è certamente ignoto che cosa comportò il realizzarsi del disegno di uno Stato finalmente unitario per la Chiesa cattolica, cioè per quella realtà storico-religiosa che, rappresentata dalla barca di Pietro, assai presto approdò alla foce del Tevere, nella capitale dell’impero. E lì, sulla tomba di Pietro, stabilì la cattedra del primato espandendosi via via nelle terre vicine e lontane, mentre altri Apostoli raggiungevano nuove comunità e nazioni della terra. Certamente la Pentecoste, dunque l’impulso universale dato al Vangelo di Cristo, precede la nascita della Chiesa di Roma, ma «il nome di Roma appare nelle intenzioni divine», dirà in un memorabile discorso, all’indomani del primo centenario dell’unità, Giovan Battista Montini, se è vero com’è vero che Pietro ha fatto di Roma il cardine del suo ministero e che Paolo, in una visione notturna, riceve dal Signore un preciso ammonimento: «Coraggio… è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma» (At 23,11)” .
Il termine unità indica la relazione di tutte le parti di un’opera all’oggetto principale in modo tale che formino insieme un tutto unico, semplice e solo. Andando a fondo a ciò che significa unità e non dimenticando mai le nostre radici, noi italiani possiamo veramente sentirci membra di uno stesso corpo, l’una a sostegno dell’altra, l’una necessaria all’altra, in funzione l’una per l’altra; questa unità che va anzitutto riconosciuta da tutti, va valorizzata e festeggiata, a prescindere dai molteplici aspetti storici complessi e contraddittori che l’hanno voluta. È l’Italia unita così e con questo bagaglio storico e culturale che può testimoniare all’ Europa e al mondo la convenienza di essere un Paese pieno di risorse, pronto al dialogo ed al confronto. Senza dimenticare, però, che senza il sacrificio ed il sostegno della Chiesa Cattolica quest’Unità forse non ci sarebbe stata o, comunque, non sarebbe durata; per questo ci sentiamo di invocare sull’Italia e sulla sua popolazione l’aiuto ed il sostegno del Signore attraverso Maria Santissima, proprio con le parole e l’invocazione che Pio IX scrisse nell’enciclica Nullis Certe, nel momento di maggior dolore e sofferenza, certo della Presenza del Signore e del fatto che Egli “sa scrivere dritto anche sulle righe storte degli uomini”: “…Affinché Iddio, supplicato da Noi, più facilmente porga l’orecchio alle preghiere Nostre e Vostre e di tutti i Fedeli, domandiamo soprattutto, Venerabili Fratelli, l’intercessione dell’Immacolata e Santissima Madre di Dio, Maria Vergine, la quale è di tutti noi amantissima Madre, speranza certissima e potente tutela e sostegno della Chiesa, e del cui patrocinio niente è più valido presso Dio. Imploriamo altresì il suffragio del Beatissimo Pietro, Principe degli Apostoli, che Cristo Signor Nostro stabilì quale pietra fondamentale della sua Chiesa, contro cui le porte dell’inferno non potranno mai prevalere; e chiediamo ancora il suffragio del suo coapostolo Paolo e di tutti i Santi, che con Cristo regnano in cielo.”